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Texasville

Regia di Peter Bogdanovich vedi scheda film

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La recensione su Texasville

di bradipo68
8 stelle

L'ultimo spettacolo 33 anni dopo.In realtà tra questo Texasville e L'ultimo spettacolo di anni ne sono passati appena 20,ma non ha importanza.Tanto ad Amarene 20,33 o anche di più non cambia.E'tutto profondamente immutabile anche se tutto diverso:è un pò il concetto dell'evoluzione ne Il Gattopardo:cambiare tutto affinchè nulla cambi.Forse questo è il problema di tutta la provincia americana che sembra progredire a passo di lumaca in confronto alla città.Arriva il benessere,arrivano i soldi,ma tutto resta uguale a prima.Questo è un film che probabilmente deve essere visto avendo visto l'altro altrimenti si perdono le fila di tutta l'orchestrazione di Bogdanovich.Il film è totalmente corale,magari non ha la stessa forza dei film di Altman,ma funziona nella sua pluralità di voci :ci sono due personaggi su cui il regista si sofferma di più che su altri ma si parla di tutti i vecchi personaggi dell'altro film.Tutti naturalmente invecchiati fuori,ma anche invecchiati dentro e molto male.C'è il personaggio del petroliere(Bridges) quasi sull 'orlo del fallimento,c'è la sua contabile,c'è il vecchio sognatore(Bottoms)che vede film nel cielo e addirittura rischia di suicidarsi visto il precario stato della sua salute mentale,c'è la famiglia allargata del petroliere con moglie che nel frattempo ha altre relazioni ,figli e parenti vari.Ma anche lui da quel profilo non si fa mancare nulla e il figlio maggiore sembra superficiale come il padre.C'è poi l'amica,anzi l'amore dell'High School,carriera d'attrice lasciata alle spalle dalla morte del marito e del figlio in un incidente stradale che si ripresenta provata e sfiorita da anni di dolori.E qui Bogdanovich non imbocca la strada abusata della relazione amorosa che rinasce al solo combaciare di sguardi.Indaga sulla complessità del loro rapporto che illuminato dalla luce del passato è tremendamente complicato da far decollare.Troppa vita trascorsa,troppi dolori,troppe cose che non è possibile dimenticare.Un empatia nostalgica ma allo stesso tempo realista,meglio non rivangare troppo il passato.Bridges e la Shepherd sono splendidi,soprattutto la seconda,donna di grande bellezza ma che mette a nudo le intemperie degli anni sul suo volto accarezzato ora da rughe incipienti,praticamente recitando senza trucco in una sorta di narcisismo inverso.L'orgoglio di mostrare la verità,senza tanti sotterfugi.E'un film che non racconta una vera e propria storia,è molto frammentario perchè prende in esame i vari personaggi senza un particolare ordine e senza dare troppi punti di riferimento, ha un andamento sinuoso,mellifluo,mai urlato.E Bogdanovich pur facendo un film complessivamente inferiore all'altro con questa operazione nostalgia colpisce nel centro,ancora una volta....

Su Randy Quaid

ottimo

Su Cloris Leachman

moolto brava nella parte della vecchia contabile

Su Timothy Bottoms

ottimo nella parte del sognatore

Su Cybill Shepherd

bellissima pur in tutte le sue rughe incipienti che le accarezzano il volto

Su Jeff Bridges

bravo nella parte del cinico e disilluso petroliere

Su Peter Bogdanovich

sequel in cui si giocava la faccia.Vince la scommessa

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