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Julia

Regia di Matthew A. Brown vedi scheda film

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La recensione su Julia

di undying
1 stelle

Sconfortante rape & revenge reso poco gradevole dalla presenza di antipatiche (per ruolo) attrici con look da iellate e maledette. Profili psicologici tagliati con l'accetta per un malriuscito clone "aggiornato" ai nostri giorni di Non violentate Jennifer. Evitabilissimo.

 

Sotto effetto di alcol e droghe quattro ragazzi abusano sessualmente dell'infermiera Julia, per poi pestarla a sangue, abbandonandone il corpo in fin di vita sulla riva di un fiume. La ragazza, miracolosamente, riesce a salvarsi e finisce sotto la cura di uno psicologo poco convenzionale, che ha costituito una sorta di setta segreta composta da altre vittime di violenza in cerca di vendetta...

 

locandina

Julia (2014): locandina

 

Julia non ci viene mai mostrata prima della violenza subita, violenza anzi esperita dalla vittima prima dei titoli di testa. Pertanto non sapremo mai se, anche prima, il suo volto fosse così spento e vuoto. Mai un sorriso, mai una espressione di umana emozione su un viso dai lineamenti marcatamente insignificanti. Anzi, viene il sospetto -in una ipotetica distorsione temporale, con il futuro a precedere il passato- che Julia meritasse quel che le accade e che, anzi, meritasse peggio.

Julia ha un'anima nera. Julia arriva direttamente dall'Inferno. Julia odia gli uomini ma non solo, perché Julia detesta le donne. Più in generale Julia è una mina vagante, una ragazza maledetta nata per sbaglio.

 

Ashley C. Williams

Julia (2014): Ashley C. Williams

 

Quel che le accade, ovvero una brutale violenza multipla, serve come destro per liberare la bestia che c'è in lei. Anzi: la bestia che è lei.

Vittima e carnefice, dobbiamo ammetterlo perché non lasciano dubbio le sue stesse parole in merito allo stupro subito, pronunciate di fronte ad un molestatore pentito, quello che non ha abusato di lei: "È la cosa migliore che potesse capitarmi".

Ecco, appunto: la cosa che permette di dare sfogo ad una violenza innata, una brutalità interiore (esplicata anche dalla scelta lavorativa, quella di fare l'infermiera, per nulla impressionata dal sangue).

 

Ashley C. Williams

Julia (2014): Ashley C. Williams

 

Mostro tra i mostri dunque, e -come esplicita la cinica chiusa- meritevole di castigo non meno dei maldestri violentatori... 

Soffermiamoci un attimo e domandiamoci: si prova compassione per Julia? La risposta, impressionante, è un secco no. E questo risultato è, a mio parere, il difetto più grande di un film per nulla riuscito.

Al di là delle riflessioni su una pellicola di dubbio gusto, vien da rivalutare titoli che, sul genere, non solo hanno osato infrangere grossi tabù, ma hanno pure accostato una profondità di analisi sul tema "violenza alle donne" ben superiore a questo insignificante pastrocchio, nato sull'onda del revival avviato dal remake di I spit on your grave e altri titoletti rape & ravenge o "femmina killer" di ben poco conto  (chi ha detto Nurse, Reversal e/o Kristy?). Cose tipo Non violentate Jennifer di Meir Zarchi sono mille volte migliori, sotto tutti i punti di vista. E poi lì c'era Camille Keaton e non la spenta e asensuale Ashley Williams, attrice con un carisma au contraire, ossia ad emanazione funeraria che, o si è necrofili, o fa venir ai ragazzi la voglia di passare sulla sponda gay/trans. E non solo la protagonista principale (bruttina forte con il look ad occhiali dell'inizio) propone un tipo di femminilità decisamente sgraziato e poco attraente (altro che da violenza sessuale!), ma quasi tutte le altre ragazze facenti parte del gruppo "revenge" appaiono sexy come pezzi di ghiaccio. Quando poi azzardano rapporti lesbo... par di vedere gelidi manichini avvinghiati senz'arte né parte.

Al di là del film, però, vien da chiedersi cosa hanno in testa questi nuovi registi, che azzardano a mettere in scena personaggi bidimensionali e senza carattere, tipicamente tratteggiati con un approfondimento psicologico inferiore a quello di un videogioco...

 

Ashley C. Williams

Julia (2014): Ashley C. Williams

 

No, caro Matthew A. Brown, non ci siamo proprio. Non ci siamo anche se puoi sbandierare tre partecipazioni di prestigio (Sitges, Screamfest e Frightfest). 

Non bastano una scena di castrazione, qualche sgozzamento, una estrazione dei bulbi oculari o una pallottola in fronte. Quando capiranno questi novelli registi che non è con lo spargimento di sangue che si ottiene l'effetto "paura" od horror. 

Ma soprattutto: siamo nel 2017 e appare molto più attuale il film di Zarchi (e parliamo del 1978) di questa caotica, blanda e schifosa (per spargimento di sangue) rilettura in chiave moderna...

 

scena

Julia (2014): scena

 

Proposto in Bluray e Dvd dalla Cult Media in una ottima edizione video (2.35:1) ed audio  (5.1 Dts).

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