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Regia di Oliver Stone vedi scheda film

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La recensione su Talk Radio

di lamettrie
8 stelle

Interessante film sui mass media. Notevole sotto il profilo estetico e di certi messaggi che lascia balenare; limitato però quando rischia di mostrare come benemeriti dei personaggi di basso livello culturale e umano, come i protagonisti dei mass media.

Di notevole livello artistico sono il montaggio, soprattutto la fotografia (in particolare i primi piani..) e la recitazione: tutti recitano benissimo, e Bogosian è perfetto nella parte. Ma la regia in generale è impeccabile, come Stone ha abituato negli anni ’80. Inoltre merita una citazione l’attenzione verso coloro che non hanno colpa tra i sofferenti, tra i disadattati …

Veniamo, però, anche alle note dolenti. Il film genera inquietudine, e questo è comunque un pregio nel caso di questo film, ma non nel momento in cui tale inquietudine è generata in modo ambiguo: l’ambiguità qui sta nel fatto che Stone mostra come ammirevole il protagonista, che invece è quello che è, cioè poca cosa. Costui dice tutto e il contrario di tutto, se ciò che viene detto si sottopone a una seria e lucida critica, approntata con cognizione di causa. Le cose che dice, per quanto intelligenti, sono piene di contraddizioni, dimostrabili: infatti il miglior indice di ciò è la tendenza, fastidiosissima e in sé sbagliata, che il protagonista ha di non lasciare esprimere gli altri. La prepotenza che ha, nel veicolare a proprio piacimento il messaggio che può essere percepito da tutti tramite la radio, questa scorrettezza giocata a proprio favore, e a sfavore di chi si vede troncato il proprio messaggio: mostrare ciò è uno dei tanti pregi della pellicola. Questa disonestà intellettuale si coglie, e il coltello dalla parte del manico ce l’ha chi gestisce il mass media, e non ce l’ha il fruitore, che quindi non può che subire tale situazione.

Insomma: tutta la stupidità dei mass media (opportunamente veicolata, e a fini spesso sbagliati, per l’audience, come si vede in questo film; e addirittura per fini delinquenziali come si vede però in altri film e nella realtà), emerge se uno ha un minimo di occhio critico: quindi si parla di meno del 30% del pubblico, a dir tanto. Per coloro che vedono il film e non sono così avveduti, il rischio è di canonizzare,vedere come perfetti, e identificarsi con dei personaggi meschini come i ben pagati protagonisti dei mass media. Questi ultimi, nel migliore dei casi, sono come il protagonista. Ma, anche in questi casi, sono personaggi squallidi, cui però si prospetta uno stipendio molto alto, che è qualcosa di davvero obbrobrioso: obbrobrioso soprattutto se lo si confronta con lo stipendio di persone che davvero contribuiscono al miglioramento della felicità pubblica (spesso con la ricerca universitaria, ma non solo), purchè questa sia promossa con competenza, cioè tramite fatica, talento, e onestà intellettuale. Tutti i pregi appena enucleati non sono pressochè mai stati messi in pratica, però, nei mass media: infatti, i padroni dei mass media non hanno mai potuto permettere che persone intelligenti e libere di testa potessero dire la verità. Se si fosse potuta dire tutta la verità, allora tali padroni dei mass media (che sono poi i padroni dell’economia, e che sono poi i padroni della politica) avrebbero finito per essere sbugiardati in modo definitivo. Sarebbe stata una verità che non avrebbero mai potuto permettere che emergesse: altrimenti le loro malefatte sarebbero state rese note.

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