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Stromboli terra di Dio

Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film

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La recensione su Stromboli terra di Dio

di alan smithee
9 stelle

locandina

Stromboli terra di Dio (1949): locandina

AMORI IMPOSSIBILI E VULCANI FUORI CONTROLLO: CAPITOLO 2

"No, non posso tornare .... non voglio..

Sono orribili ... tutto è orribile...

Loro non sanno quello che fanno... ma io sono peggio!

Io ti salverò, creatura mia!

Dio! Dio mio... aiutami, dammi la forza, la comprensione, il coraggio!

Dio! Dio! Dio mio!, Dio misericordioso!"

Su Mubi un ciclo dedicato al grande regista Roberto Rossellini consente di recuperare o rivedere Stromboli (Terra di Dio), girato nel 1950 e primo lavoro ad unire il regista con Ingrid Bergman, che da tempo era in contatto con il regista italiano per cercare di collaborare con lui.

Il film è anche ricordato per la relazione d'amore che sbocciò tra i due artisti proprio in occasione delle riprese del film, suscitando molto scalpore e scandalo sull'opinione pubblica, soprattutto quella americana, essendo sia la famosa attrice svedese, sia il cineasta, entrambi sposati.

Gli incassi negli Usa furono pessimi, a causa proprio della polemica scandalistica che coinvolse i due, e degli inviti a boicottare la pellicola che molte associazioni dell'epoca spontaneamente favorirono.

In Italia ed in Europa il film incontrò una accoglienza migliore, e pure critiche decisamente più favorevoli.

Il film è anche noto per aver alimentato, proprio in quel caldo 1950 e tra le vicine isole di Stromboli e Vulcano, la cosiddetta "guerra dei vulcani". In quello stesso periodo infatti, nella vicina isola di Vulcano, la star italiana Anna Magnani si accingeva a girare il film Vulcano, per la regia del tedesco naturalizzato statunitense William Dieterle.

Le due produzioni rivali si sforzarono  di ultimare prima possibile le riprese per poter uscire prima del film rivale, e Vulcano non godeva della pubblicità gratuita che lo scandalo d'amore tra Rossellini e Bergman riusciva ad assicurare a questo film.

Grazie a ciò le splendide isole Eolie, fino a quel momento sconosciute al turismo, iniziarono ad essere frequentate, fino a divenire la meta esclusiva che rappresentano ancora oggi grazie alla varietà, morfologica e paesaggistica, dello splendido arcipelago.

Mario Vitale, Ingrid Bergman

Stromboli terra di Dio (1949): Mario Vitale, Ingrid Bergman

In un campo profughi in mezzo all'Europa devastata dalla Seconda Guerra Mondiale, la giovane e bella lituana Karin cerca di riuscire a farsi ammettere in Argentina per iniziare una nuova vita.

Temendo tuttavia di non possedere i requisiti per ottenere il visto, la donna si concede a frequentare un simpatico ed attraente italiano di nome Antonio, in procinto di tornare nella natia Sicilia, presso l'isola in cui è nato e ove conduce una vita da pescatore.

Il diniego del visto argentino induce Karin a sposare il siciliano, e a partire con lui, in modo da ottenere almeno la cittadinanza italiana.

Arrivati a Stromboli, la donna si rende conto che la vita nell'isola sarà particolarmente complicata, sia per le condizioni geofisiche che dominano quell'isola vulcanica piena di eruzioni e di sbuffi dell'agitato vulcano soprastante, sia per la ristretta mentalità che alberga all'interno di una società retrograda e inflessibile, ove tutti sanno tutto di tutti e il pettegolezzo finisce per condannare inequivocabilmente chiunque tenti di allontanarsi dai dettami di uno stile di vita esteriormente ineccepibile.

Mario Vitale, Ingrid Bergman

Stromboli terra di Dio (1949): Mario Vitale, Ingrid Bergman

Perduta la fiducia del prete del paese, inorridita dalla violenza che contraddistingue i comportamenti ferini degli abitanti in perenne lotta per riuscire a sfamarsi, la donna trova la complicità di un aitante guardiano del faro per tentare di fuggire a Messina e poi scappare per sempre.

Ma, per imbarcarsi, la donna deve raggiungere il villaggio isolato di Ginostra, e per questo salire sul vulcano e riscendere a valle.

L'improvvisa eruzione del vulcano rende sfiancante la già dura salita e Karin, incinta di qualche mese, si ritrova costretta a chiedere la clemenza divina, rimettendo forse in discussione la sua scelta di fuga.

Ingrid Bergman

Stromboli terra di Dio (1949): Ingrid Bergman

Il film che segna l'inizio del sodalizio, artistico ma prima ancora sentimentale, tra il regista Rossellini e la celebre star svedese Ingrid Bergman, alterna una drammatica storia di vita e di orgoglio femminile, ad una parte quasi documentaristica, necessaria e indispensabile per testimoniare al mondo il particolare ritmo di vita che gli abitanti della vulcanica isola di Stromboli sono costretti a tenere, con quella minaccia sempre incombente e sempre attuale rappresentata dall'attività del vulcano in perenne attività.

Le scene della mattanza dei tonni sono eccezionali nel documentare una pratica di pesca crudele quanto necessaria a quei tempi di mezzi limitati e fame nera.

Lo sfondo isolano, che non si caratterizza solo di fenomeni geofisici unici, si connota anche dei dettagli e delle usanze di una società retrograda, abituata alle fatiche e alle sfide, ma non all'apertura mentale, soprattutto quando il materializzarsi di una donna giovane ed avvenente finisce per turbare ogni ritmo e ogni consuetudine locale.

Mario Sponza, Ingrid Bergman

Stromboli terra di Dio (1949): Mario Sponza, Ingrid Bergman

In questo contesto la figura determinata e mai doma di Karin consente alla Bergman di confrontarsi in modo assai convincente con un personaggio ostinato ed orgoglioso, che mostra, proprio nella difficoltà, il suo carattere determinato e per nulla subordinato alle regole di una umanità che lei giudica rozza e retrograda, e con cui trovare un punto in comune risulta una sfida persa da principio.

La scena finale, con la grande attrice in salita verso il cratere, sfinita tra i fumi del grande calderone vulcanico, raggiunge livelli di drammaticità sin esasperati, ma risulta davvero toccante e uno dei momenti più forti e preziosi del film, assieme alla incredibile ripresa della mattanza dei tonni.

Rossellini, in perfetta aderenza allo stile neorealista di cui fu uno dei più lucidi ed acuti portavoce, si fa carico di immergere in un contesto popolare e schietto una star iconica come la Bergman, vincendo una scommessa ardita e, sulla carta, quasi impossibile.

 

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