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Confusi e felici

Regia di Massimiliano Bruno vedi scheda film

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La recensione su Confusi e felici

di barabbovich
3 stelle

Dopo avere scoperto di avere una forma di maculopatia degenerativa assai grave a causa della quale è destinato alla cecità, Marcello (Bisio), che esercita come psichiatra nella capitale, decide di mollare di colpo tutti i suoi pazienti, i quali faranno l'impossibile per mantenere un legame con lui e supportarlo in questo momento difficile. Alla sua terza regia in mezzo a un numero consistentissimo di sceneggiature più o meno riuscite (dall'inguardabile Notte prima degli esami all'ottimo Tutti contro tutti), Massimiliano Bruno si conferma autore di basso profilo e ispirazione nazionalpopolare per prodotti alla portata del volgo. Colpisce la quantità di luoghi comuni persino quando il copione va in cerca della battuta attraverso la citazione colta, facendola del tutto a sproposito con Le città invisibili di Calvino, per fare un solo esempio. A dare corpo alla sequela di cliché e al plot di infima consistenza e con tanto di sottotrama rosa c'è una ridda di personaggi a dir poco caricaturali, dal mammone (lo stesso Bruno) alla ninfomane (Minaccioni), interpretati in maniera concitata e ipermacchiettistica senza mai riuscire a suscitare la risata, con la sola eccezione di Marco Giallini. Cammeo per Max Gazzè, Daniele Silvestri e Niccolò Fabi in gita domenicale sul set (uno dei pochi momenti riusciti del film), presenza probabilmente funzionale alla promozione dell'inascoltabile album pubblicato nello stesso periodo.

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