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Lo sperone nudo

Regia di Anthony Mann vedi scheda film

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La recensione su Lo sperone nudo

di Antisistema
8 stelle

Anti-classico si fonde con il classico nel cinema di Anthony Mann dove i personaggi sono tridimensionali e a tutto tondo, con psicologie mai troppo nette o squadrate negli stereotipi, Lo Sperone Nudo (1953) è un titolo che racchiude gran parte del pensiero del suo autore, tramite i temi dell'ossessione per il passato, la sfiducia nei rapporti umani e l'avidita'; infatti non è un caso che l'intera trama è costruita intorno ad un gruppo di cinque persone, 4 uomini ed una donna, costantemente all'erta l'uno verso l'altro nonostante in teoria il cacciatore di taglie Hoeard Kempt (James Stewart), il cercatore d'oro Jesse Tate (Millard Mitchell) e l'ufficiale congedato con disonore Roy Anderson (Ralph Meeker), siano tra loro soci di una futura spartizione di 5000 dollari pendenti sulla testa di Ben Vandergroat (Robert Ryan), al cui fianco c'è la bella Lina Patch (Janet Leigh), figlia di un suo ex-compare di rapine.

L'unità del trio è subito minata dalla diffidenza reciproca, poiché ognuno dei membri cerca di approfittare delle debolezze altrui per intascare i soldi della taglia da soli senza doverla spartire, vedendo in Ben non un uomo, ma un sacco di denaro ambulante da fare proprio, tanto che in effetti per gran parte del film è il personaggio del criminale a riscuotere più simpatia, fosse altro perché per lo meno si comporta per quello che è, cercando di seminare dubbi ad incertezze tra i singoli membri, per creare ancora più zizzania tra loro.

 

Robert Ryan, James Stewart

Lo sperone nudo (1953): Robert Ryan, James Stewart

 

La frontiera è un posto irto di difficoltà e pericoli, ma nel cinema di Mann i problemi non sono esterni (c'è solo un breve attacco indiano, giusto come concessione agli stilemi del genere), ma interni al gruppo le cui psicologie sono messe in primo piano.

Il verde paesaggio del Colorado, con le sue rocce pericolanti, la fitta foresta ed i fiumi in piena, sostituiscono efficacemente i deserti e le valli, mostrandosi luoghi altrettanto ostili e valorizzati dalla scelta di Mann di girare solo in esterna, accentuando le peripezie fisiche e la sofferenza dei suoi personaggi, autori anche di stunt difficili e pericolosi, come scalare la roccia o attraversare le rapide di un fiume in piena. L'eroe Manniano è imperfetto, valorizzato grazie all'ottima recitazione di James Stewart abilissimo nel tratteggiare un personaggio cinico e menefreghista, grazie anche al solo uso dello sguardo con cui freddamente è indifferente allo sorti di Roy braccato dagli indiani ma all'occorrenza pieno di incertezze quando la sia mente è in uno stato di conflitto emotivo al momento di uccidere a sangue freddo Ben.

L'avidita' è il motore alla base delle azioni umane, vista come elemento distruttivo se posta come ragione di vita a cui si contrappone una possibile vita al servizio dell'altro, qui incarnata dal personaggio di Lina, d'altronde la frontiera americana è un posto dalle molteplici occasioni per rompere con il passato per crearsi un nuovo futuro, senza doversi interstardire in modo auto-lesionista su un'unica occasione ed è qui probabilmente il legame con il western classico, che ancora tiene legato il cinema di Mann al passato, cioè l'interstardirsi in un finale veloce in cui al denaro è possibile contrapporre altro, senza che questo però abbia modo di emergere chiaramente, se non secondo appunto uno schema calato dall'alto tipico del genere, forse il regista avrà modo di eliminare tali residui in pellicole successive per regalarci un capolavoro compiuto.

 

 

Robert Ryan, Janet Leigh

Lo sperone nudo (1953): Robert Ryan, Janet Leigh

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