Regia di John Erick Dowdle vedi scheda film
Ci sono film talmente brutti che meriterebbero il rogo in piazza, come quello toccato più di trent’anni fa a “Ultimo tango a Parigi” (1972).
“Necropolis” non è volgare o amorale, ma semplicemente orrendo, insopportabile.
L’idea delle catacombe sotto Parigi era già stata affrontata con esiti disastrosi da quel trash mancato di “Catacombs – Il mondo dei morti” (2007). Ma a quanto pare non è bastato.
A far rabbia è che l’idea alla base di “Necropolis” sarebbe anche interessante.
La pratica cinematografica del mockumentary prima subentra e poi viene abbandonata secondo le discutibili necessità dello svolgimento narrativo. Già questo fatto dimostra una totale mancanza di sicurezza da parte di chi sta dietro la macchina da presa. Ma chiedo umilmente perdono per aver parlato di svolgimento narrativo, poiché trattasi di un elemento completamente estraneo al film in analisi.
C’è pochissimo altro da dire su “Necropolis”, giacché ci troviamo davanti a un fallimento sotto tutti i fronti, senza capo né coda, suspense o impatto di qualunque tipo, e che deflagra presto in una noia mortale e rivelandosi interminabile nonostante la brevissima durata.
Siamo ai livelli del peggior “Paranormal Activity”. Forse neanche, perché almeno ci si divertiva a indovinare quale diavoleria gli sceneggiatori si sarebbero inventati nella sequenza (notte) successiva, in quale strambo modo avrebbe di nuovo colpito il fantasma di turno, riuscendo così a fare scorrere quell’ora e un quarto senza far provare allo spettatore l’impulso di dover tirare tutte e due le scarpe contro lo schermo (come invece sarebbe lecito fare per il film recensito).
Un’opera talmente povera che non riesce neanche a “elevarsi” a status di scult.
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