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Silverado

Regia di Lawrence Kasdan vedi scheda film

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La recensione su Silverado

di scapigliato
8 stelle

Gli anni '80 si sa, a parte Clint Eastwood, non sono stati un grande decennio western. Ci eravamo lasciati nei '70 con due capolavori umbratili e nostalgici, "I Cancelli del Cielo" e "I Cavalieri dalle Lunghe Ombre", per poi ritrovarci nei '90 con due capolavori dalla grande presenza, quello storico-revisionista di Costner e quello umano e disperato di Eastwood. Nel mezzo, quasi nulla. Quel quasi si chiama "Silverado". Un buon lavoro di maniera, che ha dalla sua i tanti topoi classici del grande cinema western, mentre arranca nella novità del linguagio e del genere stesso. Sia chiaro, un buon lavoro classico è sempre meglio di un brutto lavoro sperimentale, non tanto per il coraggio espresso che è lodevole, quanto per la resa parecchio lontana dal fascino del Western con la W maiuscola. Il film di Laewrence Kasdan mette insieme un cast di tutto rispetto toccando più forme possibili di interpretazione: l'archetipo di Scott Glenn, la caratterizzazione di Kevin Costner, il protogonismo di Kevin Kline, l'introspezione di Danny Glover. C'è il cattivo, ci sono una serie di cattivi lungo la strada, ci sono gli affetti (dalla sorella al ragazzino, fino alla donna da amare e all'amicizia virile). C'è un sacco di Western in "Silverado", ciò che manca potrebbe essere un certo coraggio nell'andare oltre al prevedibile. Infatti i tanti personaggi non risultano pestarsi i piedi a vicenda. Sono tanti, e un cattivo regista e sceneggiatore li avrebbe massacrati, mentre Kasdan riesce a far filare tutto con una naturalità scolastica fin troppo pregevole. Forse lo avremmo voluto un po' più sporco, ma l'ironia e il ritmo che ben pochi western contemporanei hanno, sono un pregio evidente. Purtroppo le sparatorie sono più da action-movie che da western puro: troppo rocambolesce, piene di azione, per risultarci affini al fascino del deserto piatto, o di una strada deserta e di due uomini uno di fronte all'altro. Cosa che succede nel duello finale tra Brian Dennehy e Kevin Kline. Per non parlare dell'introduzione del film, con Scott Glenn che fa secchi i suoi aguzzini dall'interno di una capanna, che aprendosi alla luce del giorno lascia intravedere un panorama mozzafiato: quello del grande West selvaggio. Tant'è vero che in "Silverado" troviamo un'ariosità e un'attenzione per gli spazi e gli ambienti che in tanti altri film non troviamo. Non è solo l'omaggio al fondamentale John Ford ma credo un'intenzione vera e propria di dare al Western ciò che è del Western: il West (che sia americano, spagnolo o italiano non importa).

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