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Jersey Boys

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Jersey Boys

di ethan
8 stelle

'Jersey Boys', 33esima opera dietro la macchina da presa di Clint Eastwood, narra la nascita, la crescita, i dissidi e gli screzi interni, le amicizie 'pericolose' con il gangster di origine italo-americana Gyp DeCarlo (Christopher Walken), nonché le tragedie personali di alcuni componenti del gruppo musicale pop-rock The Four Seasons, in un arco temporale che va dal 1954 al 1999 (ma la didascalia dice 1990), anno del loro inserimento nella Vocal Hall of Fame, con particolare attenzione alla figura di Frankie Valli (John Lloyd Young), cantante della band con la voce in falsetto.

E' un Eastwood in splendida forma questo di 'Jersey Boys', che gira un biopic come se fosse (specie nella travolgente parte iniziale) un gangster movie alla maniera di Scorsese (viene persino citata la famosa scena con Joe Pesci che intimidisce il barista de 'Quei bravi ragazzi'), con ritmi frenetici, dialoghi frizzanti, ariosi movimenti della cinepresa, sguardi in macchina complici, con uso di più voci narranti che cambiano da una scena all'altra e commentano e anticipano i fatti narrati, e un approccio ironico alla materia, con alternanza tra parti musicali - con le esibizioni del gruppo in formazione - e intimiste, che mostrano le dinamiche dei membri e le loro microstorie personali, tutte ambientate nel New Jersey degli anni '50 a forte minoranza italiana, ottimamente ricostruito da James J. Murakami, scenografia che, abbinata ai costumi di Deborah Hopper e alla fotografia dai toni desaturati di Tom Stern, contribuisce a ricreare una nostalgica atmosfera di un'epoca ormai lontana, dove lo stesso Clint attore seriale fa capolino in una tv.

Se nella prima ora il film rasenta la perfezione, nella parte centrale la storia si fa dispersiva, tra i debiti contratti da Tommy DeVito (Vincent Piazza) e le beghe familiari del vocalist Frankie Valli, che trascurando la famiglia, provoca involontariamente una tragedia, ma Eastwood è comunque bravo a non scivolare verso il mélo(dramma) facile, risolvendo con grande eleganza, senza usare una sola parola di dialogo, puntando su immagini con sullo sfondo i toccanti versi di 'My eyes adored you' e poi tornando a volare alto nelle scene che vedono la genesi della hit 'Can't take my eyes off you', per arrivare, per ellissi, alla sequenza della consacrazione (e reunion) finale con l'entrata nella suddetta Hall of Fame, con flashback che riporta i quattro ragazzi ai loro inizi, e scena sui titoli di coda che omaggia, sempre con un velo d'ironia, stilisticamente il musical (di Marshall Brickman e Rick Elice, che hanno scritto la sceneggiatura) dei tempi d'oro, con tutto il cast a danzare e ballare, compreso un sorprendente Christopher Walken, che per l'occasione si prende volentieri in giro nelle vesti (improvvisate) di ballerino.

Ottima la scelta del cast, con quattro attori pressoché sconosciuti nei ruoli dei musicisti, che oltre ai due già citati, annovera Michael Lomenda (Nick Massi) e Erich Bergren (Bob Gaudio) leggermente più defilati rispetto ai due colleghi, ma non per questo meno efficaci nelle loro caratterizzazioni.

Va da sé che la colonna sonora è strepitosa !

Voto: 8 (v.o.s.).

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