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Wild

Regia di Jean-Marc Vallée vedi scheda film

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La recensione su Wild

di barabbovich
7 stelle

Il fantasma di una madre amatissima (Dern), scomparsa prematuramente. Lo smarrimento dopo il lutto, la fine del matrimonio, il sesso compulsivo di letto in letto, di strada in strada, l'eroina. C'è un bisogno di rinascita dietro l'impresa improvvisata e sgangherata che negli anni '90 portò Cheryl Strayed (Witherspoon) a percorrere il sentiero della creste del Pacifico per oltre 1600 chilometri, da sola e per più di tre mesi. Il film di Jean-Marc Vallée (il regista di C.R.A.Z.Y. e Dallas Buyers Club), sceneggiato nientedimeno che da Nick Hornby, riprende le pagine del racconto autobiografico della Strayed mostrando, attraverso un continuo ed efficace gioco di flashback, tutto il tormento interiore della protagonista, la sfida a sé stessa, la tentazione di abbandonare l'impresa, la volontà di un riscatto e di una rinascita. Se l'espediente del road movie come metafora della ricerca di un percorso di risurrezione interiore è stato utilizzato già molte altre volte nel cinema (basterebbe pensare a Into the wild), qui l'elemento avventuroso viene particolarmente accentuato, in una miscela che sta tra The way back e Forrest Gump ma che finisce anche col somigliare troppo al coevo Tracks. Oltre allo zaino, Reese Whiterspoon carica sulla proprie spalle, anche in veste di co-produttrice, il peso di un film denso, anche se non molto originale, ma viziato da un eccesso di retorica sulla famiglia. Colonna sonora da standing ovation, con brani di Bruce Springsteen, Leonard Cohen, Pat Metheny, Portishead, Simon & Garfunkel.

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