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Sonno profondo

Regia di Luciano Onetti vedi scheda film

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La recensione su Sonno profondo

di alan smithee
7 stelle

Un atto d'amore senza freni, e per questo ammirevole, per il nostro cinema di genere, delirio artificioso ed artefatto, omaggio al thriller del tardo Bava o del primo Argento. Onetti e compagna si occupano di tutto, regia, scrittura, musiche ecc e interpretano "parti", anzi dettagli,di due persone che si scambiano il ruolo di vittima e persecutore.

LOS HERMANOS ONETTI:

-Sonno profondo: voto ***1/2

-Francesca: voto ***

-Los Olvidados: voto **1/2

-Abrakadabra: voto ***

Italia del nord, pieni anni '70: un assassino seriale, di cui ci vengono solo mostrate le mani guantate in pelle nera, uccide una prostituta brasiliana e si dà alla fuga. In un secondo momento l'uomo riceve inaspettatamente un busta che contiene dettagli rivelatori del suo passato traumatico, origine del suo disagio e della furia omicida che lo ha reso un maniaco seriale.

Fino ad una resa dei conti che riequilibra ingiustizie di un passato in grado di ripresentarsi a chiedere il conto.

Esordio nella regia dell'argentino Luciano Onetti, che assieme a Daiana Garcia si occupa praticamente di tutto, come ama citare nei titoli di testa e di cosa che si prendono ognuno rispettivamente 10 e 5 minuti dei 66 totali della bizzarra e cinefila pellicola citazionista.

Sonno profondo è un delirio artificioso ed artefatto, ma anche una dichiarazione d'amore malata ma genuina nei confronti di un filone cinematografico nostrano che ha reso la nostra cinematografia esportabile in tutto il mondo: omaggio al thriller del tardo Bava o del primo Argento, e di tutti i loro molteplici seguaci più o meno dotati che hanno arricchito il genere.

Folle, cervellotico, probabilmente senza un vero senso compiuto, forte di riprese a spalla o a mano in cui la macchina si concentra sempre ed unicamente sui dettagli, quasi senza dialoghi, concentrato sui dettagli e sul sangue denso, ridicolo e improbabile che scorre piano come pittura da una tavolozza sadica, Sonno Profondo si impadronisce del suo personaggio, che da persecutore si trasforma in vittima in un ribaltamento di ruoli impostato per gradi e per dettagli. Che sono poi le sfumature di un disagio che nasconde l'origine di tutta la follia.

Atto d'amore senza freni, e per questo ammirevole, per il nostro cinema di genere che procede sulle note solenni di Caruso e de Una lacrima furtiva, da L'elisir d'amore di Gaetano Donizetti.

Tra rasoi macchiati da un sangue che incementa, guanti neri possessivi e presili, bambole strabiche dai tratti sinistri, ci lasciamo avvolgere sadicamente da un cinema citazionista ed ossessivo che può essere scambiato per un gioco un pò fine a se stesso, ma che nasconde una passione sincera ed incondizionata che merita considerazione e rispetto, e che personalmente mi ricorda lo stile un pò malato della coppia Hélène Cattet e  Bruno Forzani di Amer.

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