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Gone Girl - L'amore bugiardo

Regia di David Fincher vedi scheda film

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La recensione su Gone Girl - L'amore bugiardo

di Antisistema
7 stelle

Zia Pina che odio e butterei volentieri giù da un dirupo, ricordo che qualche anno orsono fracassò le palle al povero sottoscritto con questo Gone Girl - L'amore bugiardo di David Fincher (2014), ciarlando su come fosse una pellicola bella, intelligente e interessante da visionare, quindi siccome sono furbo e faccio tutto il contrario di ciò che lei mi consiglia, a parte sorbirmi la sua solita litania durante le festività natalizie (ti prego Conte mantieni il divieto di spostamento tra comuni per il Natale, Santo Stefano e Capodanno, metti fine per un anno a questa farsa ipocrita delle feste e non ascoltare quel coglione di Salvini), me ne sono fregato allegramente delle sue chiacchiere ed ho evitato come la peste la suddetta pellicola, anche perchè lessi il romanzo di cui all'epoca si faceva un gran chiacchierare (mentre 6 anni dopo è scomparso nel nulla... come si dice, i soliti fenomeni editoriali che puntano a raccattare soldi, senza lasciare niente) e lo trovai il tipico giallone da supermercato, ma questo è un giudizio che può derivare dalla mia impostazione classica-umanista, poco incline alla letteratura di genere, men che meno a questi thrilleroni best sellers che fanno gran rumore, ma valgono tanto poco, sparendo poi nel giro di un qualche mese o poco più, quindi decisi di tenermi alla larga dall'opera, anche perchè sceneggiata dalla stessa scrittrice Gillian Flynn. 
La distribuzione su Netflix del film Mank (2020), sempre di Fincher, di cui si fa un gran chiacchierare e che prima o poi vedrò (con molta calma), ha spinto la piattaforma e mettere in catalogo altre pellicole del regista statunitense con l'utile scopo di far recuperare eventuali lacune nella sua filmografia, così ho approfittato per vedere questo Gone Girl, che mi mancava per completare la visione dei suoi film (escluso come già detto prima Mank). 
David Fincher è un regista tecnicamente bravo, sa mettere la macchina da presa al posto giusto, adopera spesso una buona fotografia e anche nei suoi film peggiori ed inguardabili come The Game (1997), riesce a tenere il senso del ritmo della narrazione, senza far abbandonare allo spettatore la visione della pellicola anche di fronte alla scandente qualità del resto, tra i mestieranti di Hollywood è tra i migliori in assoluto in attività, solo che spesso si lascia prendere la mano dalla tecnica dimenticandosi che all'immagine deve essere data anche una profondità metafisica, che vada oltre la bella inquadratura impeccabile e con tutti i crismi del manuale di regia, perchè questo è poi la differenza tra uno bravo ed un regista veramente grande. Nella prima ora tutto sommato la costruzione di Fincher regge, il mistero della scomparsa di Amy (Rosamund Pike), popolare scrittrice di libri per bambini e per questo ben vista da tutta la nazione, con tanto di confusione del marito Nick Dunne, anche lui scrittore, scritto sulla 'espressione da "tortellino provolone" di un Ben Affleck azzeccato nel ruolo, la cui figura viene decostruita e fatta a pezzi dalla comunità e dai media, complice anche l'ingenuità da coglione che l'imponente fisicità dell'attore combinata alle sue scadenti doti espressive, ne fanno un soggetto maschile debole e facile da raggirare sia per la moglie, che da bersagliare da parte dei media, quindi una volta tanto credibile come attore (in un film non diretto da lui almeno).
Del meccanismo thriller frega abbastanza poco, il tutto risulta abbozzato se non malamente sviluppato nel pre-finale dal punto di vista del procedimento legale quante delle indagini, in effetti Fincher avrebbe fatto molto meglio a tenere il tutto sullo sfondo, concentrandosi sulla ben più interessante tematizzazione del potere dell'immagine all'interno della società della post-verità, dove non conta se affermi il vero, ma importa solo se risulti convincente, così che il meccanismo psicologico di convincimento verrà poi da sè. 

Rosamund Pike

Gone Girl - L'amore bugiardo (2014): Rosamund Pike


Un peccato che la regia impeccabile di Fincher, ma distaccata come un chirurgo durante un operazione importante, impedisca di giocare sulla totale ambiguità della situazione, perchè se per i meccanismi di scrittura Nick può risultare agli occhi della popolazione, come il capro espiatorio e presunto omicida, per via degli altarini nascosti del suo non eccezionale status matrimoniale oramai logoratosi dopo 5 anni sposato con Amy, agli occhi dello spettatore egli è al 100% innocente per via della scena iniziale e dei suoi flashback che sono dati tutti per veri, in contrasto con l'interessante espediente diario di Amy, per bilanciare la dialettica coniugale e imbastire una efficace costruzione non lineare, il cui espediente diviene tragicamente debole per come sciaguratamente viene disvelato il tutto a metà film, spiattellando il tutto come falso, riduceno la verità ad un qualcosa di unico ed oggettivo, quando doveva essere lasciata ambigua e frammentata.
David Fincher ha raggiunto una perfezione tecnica ragguardevole, a livello di manuale di sceneggiatura e montaggio (interessanti le dissolvenze in nero adoperate in tale modo) non gli si potrebbe imputare nulla, purtroppo come spesso capita il regista si innamora della sua tecnica e del gioco imbastito tramite il meccanismo, fondendosi con l'autocompiacimento onaistico di esso come fa Amy con il suo evidente piano psicotico (in realtà molto intuibile dopo mezz'ora) ed i rimandi evidenti a Vertigo - La Donna che Visse due Volte di Alfred Hitchcock (1957), dimenticandosi, a differenza del grande cineasta inglese, che le storie di impianto narrativo come questo vanno anche raccontate, cosa che purtroppo dimentica peccando nel descrivere i passaggi logico-psicologici di Amy in quanto personaggio e non in quanto marionetta da manovrare nel suo gioco meccanico; ne esce una figura a metà tra Hannibal Lecter, Saw e certe figure invasate femministe, risultando ben poco credibile come personaggio, per via anche della "follia psicotica" troppo esibita nella recitazione da parte di Rosamund Pike, la quale fallisce nel sbozzare una donna affranta dal dolore causatale dal marito tanto da sprofondare nella paranoia marcata per evitare l'annientamento in quanto essere umano, colpa forse anche della scrittura che punta a farsi che Amy debba sorprendere a tutti e forse pure della regia di Fincher un pò univoca nel ritratto e quindi leggermente intrisa di sottile misogina (le donne sono tutte petulanti, galline urlatrici e stronze quanto gli uomini inetti e succubi loro), giungendo al suo classico finale a sorpresa abbastanza sgangherato e ben poco credibile nelle dinamiche, con una (lunga) postilla finale da appendice che spiega in realtà ciò che lo spettatore aveva ben capito in precedenza; il bisogno di sentirsi intelligente e civilmente impegnato a tutti i costi, gioca un brutto scherzo ad un Fincher che se non avesse dato tutto questo spazio agli stilemi da thriller, per concentrarsi più sull'analisi grottesca e nient'affatto conciliante o edulcorante del rapporto di coppia (la parte più riuscita del film), sull'analisi dei media, tramite il potere delle immagine capace di rendere vero le finzioni recitative delle persone (con possibili giochi meta-filmici se avesse giocato meglio sull'ambiguità del soggetto) ed un finale più raggelante giocato di ellissi e non di accumulo di manie psicotiche calcolate quanto fin troppo artifizie e credibili, avremo avuto se non un capolavoro quanto meno un ottimo film. 
Ci ritroviamo comunque con un buon thriller, dove Fincher riesce a dar fondo a tutta la sua residua abilità di cineasta cavando letteralmente il sangue da una rapa (il romanzo è veramente mediocre ve lo assicuro), tappando quando possibile certe falle della sceneggiatura e portando a casa un film tutto sommato sopra la media del genere, ottenendo il più grande incasso della carriera, anche se troppo osannato dalla critica mondiale con elogi sperticati che non merita affatto, perchè in fondo Fincher comunque si vede come il cineasta risulti inserito molto all'interno del sistema Hollywood e sia in fondo molto commerciale, ma con quel tanto di intelligenza che basta per far sentire molti suoi spettatori appagati, ce lo facciamo bastare, i tempi di Zodiac (2007) e di un possibile balzo in avanti sono lontani per ora. 

 

Ben Affleck, Rosamund Pike

Gone Girl - L'amore bugiardo (2014): Ben Affleck, Rosamund Pike

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