Regia di Mario Martone vedi scheda film
Prima di decidere, ho dovuto e voluto leggere diecine di recensioni, vedere qualche trailer e spezzoni di questo film, poi finalmente ho deciso. E ora sono a mezza strada tra il pentimento e la delusione.
Mario Martone è al di sopra di ogni sospetto, la sua regìa è pressochè perfetta, ma la storia - nascita, vita e morte di Giacomo Leopardi - intorpidisce la mente, è come lo scorrere di un fiume apparentemente immobile.
C'è da dire che la vita del povero Giacomo non ha avuto grandi sussulti, ma la narrazione prende subito la piega di una inappuntabile pièce teatrale, se non fosse per alcune suggestive sequenze riguardanti gli esterni, e anche i lussuosi decadenti arredi della villa del conte Leopardi senior (Massimo Popolizio).
In certi altri momenti, si ha la sensazione di essere all'interno di uno sceneggiato per la televisione, i tempi sono lunghi, le riprese indugiano eccessivamente sui personaggi, i silenzi sono assordanti.
Non credo sia stato facile per Martone assemblare i frammenti della triste vita di Giacomo Leopardi (Elio Germano), e farli passare per credibili, spiattellando episodi fortemente sospetti sui comportamenti del grande poeta.
E non credo possano bastare le belle poesie, quelle che più conosciamo perchè studiate obtorto collo alle scuole medie, dopo che ci avevano spiegato che l'autore era un essere deforme, perennemente segregato nella "torre antica", a collegare onestamente i vari episodi della veramente triste esistenza del grande poeta.
Se sono credibili gli incontri con altri poeti e critici del tempo, che osannavano senza riserve alla bravura dell'ancora sconosciuto poeta, e i tentativi di fuga da una Recanati troppo provinciale per raggiungere prima Milano, poi Roma e Napoli, meno lo sono le frequentazioni di locande sordide e di donne di malaffare, tra cui spicca Sagapò: approccio sessuale fallito miseramente, ma almeno abbiamo guadagnato un nudo integrale.
Credibile e sicuramente certificato, l'amore platonico per l'unica donna della sua breve vita.
Interessante la presenza di Michele Riondino, ancora in maturazione, che Martone ci regala nudo mentre esce dalla vasca da bagno: l'unico segno di debolezza di questo film, paragonabile al bagno del cavaliere dei western dopo giorni di cavalcata.
Di Isabella Ragonese non credo di dover parlare, mentre ritengo buona la prova di Massimo Popolizio, severo padre del povero Giacomo.
Onore al merito, comunque: Martone ha dimostrato di avere coraggio da vendere.
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