Regia di Carmelo Bene vedi scheda film
Che sia un film tratto dalla Salomè di Wilde si può intuire solamente dal titolo, poichè nulla ha a che vedere con l'idea classica di rappresentazione teatrale, prima ancora che con l'opera del grande scrittore irlandese. Bene prosegue nel suo delirante percorso (fuga, sarebbe meglio definirla) di destrutturazione della forma cinematografica, compiendo un altro passo, senz'altro affascinante, verso nuove dimensioni e nuove prospettive, ma gettando sostanzialmente via i canoni tradizionali su cui un'opera per immagini e suoni dovrebbe basarsi. Montaggio frenetico, doppiaggio sfasato, monologhi alternati e voci fuori campo a sostituire i dialoghi, colori densi, luci abbaglianti: la maniera è sempre quella di Nostra signora dei Turchi e Capricci, ma se le prime opere su pellicola di Bene potevano avere il pregio della novità, ora che si può dire di questa Salomè? Onore al genio folle e all'istrione, ma non è azzardato scommettere che questi esperimenti siano finiti in sè stessi e che il cinema riesca a proseguire sulla sua strada tradizionale, ignorandoli senza grossi rimpianti.
Erode concupisce la figliastra Salomè, fra banchetti, orge e danze invasate.
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