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S.O.B.

Regia di Blake Edwards vedi scheda film

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La recensione su S.O.B.

di fochetta
8 stelle

Satira graffiante su Hollywood ed i suoi abitanti, che non risparmia nessuno, in cui Julie Andrews simpaticamente fa il verso a se stessa e si libera del pesante fardello lasciatole in eredità da Mary Poppins al punto tale che l'anno successivo può interpretare il ruolo ambiguo di un cantante di cabaret travestito in "Victor Victoria". Almeno due le somiglianze tra lei e Sally, entrambe sono le amatissime interpreti di Mary Poppins e tutt'e due sono sposate con un regista, il regista del film che si sta girando, Blake Edwards per Julie Andrews, nella realtà, Felix per Sally, nella finzione. Un film nel film, con un messaggio diretto e chiaro: Hollywood non è il luogo della settima arte, ma solo una grossa industria popolata da iene e sciacalli, in cui, chi non appartiene a queste due categorie, per sopravvivere alla pressione e allo schifo che lo circonda ha un'unica soluzione stordirsi con droga o alcool e cercare di sentirsi amato buttandosi in avventate relazioni sessuali dalla fine immediata. Il personaggio che sembra la persona migliore e più normale è Tim, uomo di mezz'età ex drogato, ex alcolizzato, ecc., che ha dovuto riadattare la propria vita alle condizioni di salute e all'età e che ora, malgrado il cinismo che si annida in ogni sua frase, si comporta come un uomo, pratico, sensibile e perfino affettuoso con l'amico Felix. Gli altri, a parte Felix che sembra un invasato, e il dottore, che ha strani metodi terapeutici, sono tutti degli opportunisti senza cuore pronti a tutto per un po' di soldi, potere e successo, o alla meglio, totalmente indifferenti di fronte a tutto. Basti pensare al povero cadavere con cane di guardia che resta giorni sulla spiaggia prima che qualcuno si degni di domandarsi cosa ci fa un uomo riverso sulla spiaggia immobile per ore. D'altro canto il regista, che dovrebbe essere l'artista (in Europa lo sarebbe) del caso altri non è che un mestierante di serie B con grandi aspirazioni e grande sopravvalutazione di se. Di fatto l'arte è la grande assente del film. Come a dire, se Hollywood è solo Show Business popolato da pescecani, ricordiamoci che in fondo il cinema non è arte, solo spettacolo.
Tutto è condotto con cinico umorismo, inframmezzato da alcune scene esilaranti, pervaso da scene dominate una grande confusione di fondo, a riflettere la confusione morale dei personaggi e a testimoniare il ritmo incalzante dell'industria dello spettacolo, senza risparmiare il mondo dell'informazione, perfettamente speculare a quello hollywoodiano, ed in parte dipendente da esso.
Il cast è notevole e una volta tanto questo non pregiudica il film, dominato dal grande vecchio William Holden, affiancato da una serie di attori famosi o emergenti di gran talento, vi troviamo anche una Rosanna Arquette in una delle prime interpretazioni sul grande schermo, perfettamente a suo agio nel personaggio che interpreta.
Decisamente meno divertente e molto più graffiante di "Hollywood Party", altro film di Edwards incentrato su Hollywood, o della "Pantera rosa", in cui i film polizieschi facevano da bersaglio, ma da antologia come film comico di critica sociale, in particolare su Hollywood.

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