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Che strano chiamarsi Federico

Regia di Ettore Scola vedi scheda film

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La recensione su Che strano chiamarsi Federico

di mm40
8 stelle

Ettore Scola, a 82 anni compiuti e a 10 dall'ultimo film diretto (Gente di Roma, 2003, a cui seguì l'annuncio dell'addio al cinema 'a soggetto'), ci tiene a ricordare che è lui oggi il maggiore cineasta vivente nel Belpaese. E lo fa sottotono, nella schiva maniera propria del suo carattere, senza fuochi d'artificio ma con un lavoro che trasuda affetto (non venerazione) e competenza (non enciclopedismo) su uno degli argomenti più dibattuti in Italia da mezzo secolo a questa parte: Federico Fellni. Soltanto Scola, si diceva, poteva dar vita a un'opera tanto intrigante, compiuta, verosimile e qualche volta probabilmente anche vera: tutto il film è permeato infatti di 'fellinismi', di iperboli giocose e infantili, del gusto della ricostruzione più reale della realtà. Curiosamente azzeccati i giovani esordienti scelti per interpretare Fellini e Scola ragazzi (Tommaso e Giacomo Lazotti, nipoti del regista); simpatico anche il cameo di Sergio Rubini, a un quarto di secolo dal ruolo da protagonista in Intervista (Fellini, 1987) e ottimo il commento sonoro originale, che si interseca con le melodie di Nino Rota, a cura di Andrea Guerra, figlio di Tonino, altra conoscenza cara del Maestro riminese. Addirittura straordinari - poichè mai o quasi mai visti prima - gli in­serti con i provini a Sordi, Gassman e Tognazzi per il Casanova. Che strano chiamarsi Federico (scritto 'in famiglia' dal regista con Paola e Silvia Scola) non può essere considerato un tributo nel senso comune del termine: è piuttosto uno scherzo (vedasi il finale), un tiro mancino colmo di affetto e commozione scagliato dall'amico di una vita a un artista che non amava celebrazioni sfarzose e definizioni altisonanti. 8/10.

Sulla trama

Quasi mezzo secolo di vera amicizia ha contraddistinto il rapporto fra Ettore Scola e Federico Fellini, entrambi disegnatori, battutisti, sceneggiatori e infine registi. Il primo racconta il secondo a vent'anni dalla sua scomparsa.

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