Regia di Kevin Reynolds vedi scheda film
Un film d’avventura hollywoodiano con i suoi pro e i suoi contro. I pro sono un tentativo di rileggere la leggenda con trovate a volte azzeccate (Azim, il cugino dello sceriffo) che, seppure non “tradizionali”, possono dar vita ad una storia più complessa e originale. Gli attori giovano molto al film: Rickman, Freeman e il cammeo di Connery sono degni di nota, assolutamente. Bravissimi. Fra Costner e la Mastrantonio “scorre luce”, appassionano e coinvolgono abbastanza da tenere il film in piedi. Anche i dialoghi del film sono tutt’altro che brutti, anzi, donano forza al ritmo del film. La sceneggiatura e tutte le sue licenze (es. la città sugli alberi, ridicola ma allettante) sono da prendere per come sono. C’è una cosa, però, che rende questo film al di sotto della media del cinema avventuroso: la regia di Reynolds è talmente incerta, talmente sospesa fra voglia di “osare” e gravi lacune tecniche (odio le telecamere che traballano, e quì ce ne sono troppe!), che rovina tutto quanto. Che poi si voglia parlare delle licenze e dell’operazione “patinata” condotta dagli autori, è un altro discorso (in verità, abbastanza nella norma). Ma quella regia di Reynolds non va proprio (nonostante i primi piani molto belli). La colonna sonora è bellissima, come lo sono i costumi, e gli effetti speciali molto buoni. Che dire? Un film entrato prepotentemente negli annali del cinema d’avventura anni ’90, e che, proprio per questo, poteva riservare molte più sorprese. Però buono il tentativo. Voto: 6 ½.
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