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Il ritratto di Dorian Gray

Regia di Albert Lewin vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il ritratto di Dorian Gray

di angelina
8 stelle




"I sent my Soul through the invisible,
Some letter of that after-life to spell:
And by and by my Soul returned to me.
And answered: "I myself am Heaven and Hell."
Dal Rubayat di Omar Khayyam


"Come il ritratto di una pena,
 un volto senza cuore..."
Amleto,IV,VII


Londra 1886." Lord Henry Wotton,fin dai primi anni della sua vita,si era dedicato alla grande arte aristocratica del dolce far niente.Viveva solo per il piacere.Ma il suo piacere più grande era quello di osservare le emozioni dei suoi amici,senza provarne nessuna personalmente."
L'incipit di "The picture of Dorian Gray" rispetta quello del romanzo e fa da prologo imprescindibile alla dinamica del racconto,perchè narra il primo incontro tra un Dorian Gray(Hurd Hatfield)  ancora puro e innocente e il cinico,esteta e beaux-vivant Lord Wotton (George Sanders),che getta i primi semi della corruzione.
"Gli dei sono stati propizi con lei." - gli dice,ammirandone la delicata e intatta bellezza.
"Perchè dice questo?"- chiede stupito il ragazzo.
"Perchè ha una meravigliosa giovinezza,l'unica cosa grande nella vita."
"Io non me ne rendo conto."
"Oggi no,ma un giorno si, e amaramente,Gli dei si riprendono presto ciò che danno in dono.Il tempo è geloso di lei,signor Gray.Non sciupi l'oro dei dei suoi giorni."
La latente attrazione omosessuale tra i due protagonisti,ben esplicitata nel romanzo,viene sapientemente sottintesa,connotandosi in una cortese e affabile ammirazione reciproca.
Intanto il pittore e amico Basil Hallward (Lowell Gilmore),anche lui profondamente affascinato dalla bellezza di Dorian,dà gli ultimi tocchi al suo splendido ritratto,mentre con un audace gioco ottico,il quadro si illumina di uno smagliante in­serto in technicolor,che contrasta e sottolinea il magnifico bianco e nero di Harry Stradling.
Davanti ad un'antica e "magica" statuetta egizia, che rappresenta un gatto,"con i suoi occhi di raso orlati d'oro",Dorian Gray esprime il desiderio che sia il ritratto a subire le ingiurie del tempo,e che a lui sia riservata un'eterna giovinezza.
Primo,inconsapevole passo, verso il suo lungo e inarrestabile cammino di dissoluzione morale.
Spinto dal suo mentore,che lo invita a bere fino all'ultima goccia il dolce calice della giovinezza,il virtuoso Dorian incomincia a trascorrere le notti frequentando locali dei quartieri più popolari e,tra questi,anche il pub "Le due tartarughe",dove, tra giochi e schiamazzi,si esibisce come cantante Sibyl Vane,la figlia dei gestori,una deliziosa e giovanissima Angela Lansbury.
Affascinato dalla sua innocente bellezza,Dorian la va a trovare tutte le sere,per lei suona in modo incantevole un Preludio di Chopin,mentre il fratello di Sibyl non vede di buon occhio questa amicizia,ma dovendo imbarcarsi come marinaio per l'Australia,la affida, con molte raccomandazioni,alle cure della madre.
Ma il tenero idillio è di breve durata.Lord Wotten non gradisce questo interludio romantico e consiglia al suo pupillo di mettere alla prova la purezza della sua fidanzata.
In una sequenza già carica di oscuri presagi,Dorian invita a casa sua Sibyl per mostrarle il suo ritratto e le chiede di trascorrere la notte con lui.Dopo molte esitazioni,la ragazza accetta.
Il giorno dopo le fa recapitare una lettera di addio,cinica e sprezzante,accompagnata da una somma di denaro,e trascorre la notte in un locale malfamato,ma al suo ritorno a casa,nota nel dipinto un cambiamento,una piega crudele e perversa nella bocca.
Più tardi,in un ultimo sussulto di rimorso,scrive nuovamente a Sibyl,scusandosi e pregandola di sposarlo.
Troppo tardi.La ragazza si è suicidata nel camerino del pub.
Il volto dipinto con tanta maestria dall'amico Basil,sembra riflettere in modo inquietante l'anima non più incontaminata del modello e Dorian decide di nasconderlo alla vista di tutti,in una vecchia soffitta,tra i suoi giochi di bambino,ricordo di un'innocenza perduta.
"L'odioso ritratto sarebbe stato nascosto per sempre.Il volto sulla tela sarebbe divenuto bestiale,vecchio e sporco.Nessuno l'avrebbe mai veduto,nessuno eccetto lui.Egli avrebbe avuto una giovinezza eterna,mentre il ritratto avrebbe portato il fardello della sua vergogna."
Passano gli anni e il miracolo dell'eterna giovinezza di Dorian Gray desta meraviglia e stupore,mentre incominciano a correre voci di atti crudeli e ignominiosi,di misteriosi suicidi,di giovani donne rovinate dopo aver sfidato le convenienze sociali per amor suo.
Dorian,dal canto suo,è sempre più innamorato della sua bellezza e sempre più attratto dalla corruzione della sua anima.
Solo Gladys Hallward (Donna Reed),la nipote di Basil,nutre fin da piccola un grande affetto per lui e vorrebbe sposarlo.
Profondamente angosciato,l'amico cerca di mettere Dorian di fronte alle sue responsabilità e chiede spiegazioni per tutte le cose atroci che si dicono sul suo conto.
"Vorrei vedere la tua anima.- gli dice sgomento - Ma solo Dio può farlo."
"Se vuoi vedere la mia anima,te la mostrerò.Sei il solo uomo che ha il diritto di sapere tutto.Vieni,è opera tua !" - e lo conduce nella polverosa soffitta.
" A causa dell'incredibile mutamento del quadro,Basil riuscì a malapena a riconoscere il ritratto che aveva dipinto.
Sembrava che tanto orrore fosse un'emanazione del quadro stesso,che una lebbra morale lo stesse lentamente divorando..."
Davanti allo smarrimento di Basil,Dorian viene preso da un cupo terrore e lo uccide,riuscendo poi a liberarsi del corpo e facendo credere che il pittore è partito per Parigi,com'era nei suoi programmi.
Ma ormai il cerchio si chiude inesorabilmente e la parte finale del film ha una tensione implacabile che non lascia scampo,mentre la lotta tra il bene e il male si fa sempre più tragica e serrata.
Credendo di potersi salvare dal suo infame destino,per amore di Gladys,Dorian pugnala l'orribile ritratto e muore all'istante.
Il dipinto ritorna a mostrare il bellissimo volto di un giovane dall'espressione dolce e innocente,mentre a terra giace un vecchio dalle fattezze oscene e mostruose.
Sostanzialmente fedele al romanzo di Oscar Wilde,Albert Lewin si prende solo qualche libertà narrativa e inserisce nel dialogo,che insieme alla sceneggiatura,ha curato personalmente,alcuni tra i più noti e brillanti aforismi dello scrittore,mentre la sua rilettura dell'opera ha come fulcro narrativo,come cuore pulsante del film,il binomio antagonista bene/male,simbolicamente rappresentato dall'eterna giovinezza del protagonista,mentre il ritratto "porta il fardello della sua turpe vergogna".
L'elaborazione della filosofia del Dandismo e dell'Edonismo,su cui Oscar Wilde,scrittore e personaggio pubblico,poggia le basi del romanzo (e le dedica l'undicesimo capitolo),viene assimilata e tradotta da Lewin in un approccio etico,ma non moraleggiante,con una scrittura raffinata e sensibile,che sa cogliere sapientemente il conflitto interiore del protagonista e l'inquietudine che segna la sua determinata dissoluzione morale.
Con un'ironia sottile e penetrante,il regista restituisce anche la superficialità di una classe aristocratica,dedita al culto ozioso del proprio piacere,attingendo ai dialoghi brillanti e ai celebri calembour dello scrittore.
Nella inesorabile progressione drammatica della narrazione,Lewin traduce la drammaticità della parte finale del romanzo in una serie di immagini di chiara derivazione espressionista,nel taglio delle inquadrature,nelle scure e inquietanti ombre notturne (Oscar alla fotografia di Harry Stradling),in un cupo abisso dove si riflette l'anima nera e dannata di Dorian Gray.
Memorabile la sequenza della seduzione di Sibyl Vance,risolta con grande compostezza formale e una scrittura rigorosa,che non si concede a facili sentimentalismi.
La superba scenografia di Cedric Gibbons fa vivere interni sontuosi e affollati di oggetti raffinati,secondo il carico décor dell'epoca,in aperto contrasto con la Londra dei quartieri malfamati,dove gozzoviglia un' umanità segnata da una cupa miseria morale.
Magistrale direzione degli attori,tra cui spiccca un brillante George Sanders,affiancato da un affascinante e misterioso Hurd Hatfield,mentre Angela Lansbury disegna un sensibile e delicato ritratto femminile,vincendo il Golden Globe nel 1946,come migliore attrice non protagonista.
Musical score di Herbert Stahart,dove gli in­serti dei Preludi di Fryderyk Chopin avvolgono alcune sequenze di questo film, tenebroso e ammaliante,in una melanconia evocativa e struggente.

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