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Noi non siamo come James Bond

Regia di Mario Balsamo vedi scheda film

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La recensione su Noi non siamo come James Bond

di millertropico
8 stelle

Storia di un'amicizia che non ha paura della malattia: ecco, così di primo acchito mi viene da definire questa bellissima vicenda di una normalità messa a dura prova da diagnosi mediche che spesso hanno esito infausto, ma prese di petto con una buona dose di coraggio e di ironia, affrontando ogni cosa con la sfrontatezza di un viaggio da rifare insieme (questa alla ricerca di una possibile rinascita) dopo le avventure giovanili in Scozia, su fino a Edimburgo e Inverness dove piove sempre ma non ci si scoraggia, perchè il verde di una natura rigogliosa apre il futuro alla speranza e l'atmosfera plumbea viene sconfitta dalla vertigine abbagliante dei colori.
Un film insomma affettuoso e raffinato (che definire solo come un "documentario" sarebbe a mio modesto avviso molto riduttivo) che è anche un exursus alla ricerca del mito ( qui infatti il cinema è la vita, e la stessa vita finisce - nelle mani sapienti dei due autori - per diventare a sua volta "cinema") per scongiurare la tenebra dell'abbandono e provare a rinascere da un'esprienza di crescita consapevole che li ha portati a un passo dalla fine, e dove James Bond (quello del Connery dell'origine, soprattutto) diventa un vero e proprio totem, poichè si può ben dire che ha rappresentato un prototipo di ciò che dovrebbe essere (o vorremmo che fosse) il mondo, un'evidente utopia che alla fine si è rivelata fallace, perchè nel mondo del reale  le cose vanno sempre in altro modo e dietro l'angolo c'è spesso un'incognita in agguato pronta a destabilizzarti). Sean Connery insomma non era James Bond (per essere all'altezza del mito, per renderlo credibile e interpretarlo giustamente, portava infatti persino il parruccino e si truccava), e questo è il messaggio importante che ci viene veicolato: un James Bond- Connery inseguito alacremente per l'intera durata della pellicola fra la Svizzera, la Scozia e le Bahamas, anche se poi l'apporccio più attinente diventerà un ulteriore elemento demistificante nella gustosa sequenza della cena con Daniela Bianchi che sta al gioco con verve ed elengaza (la ricordiamo bellisma bond-girl in "Dalla Russia con amore"), e raggiunto virtualmente solo nel finale grazie al telefono, quando finalmente riescono a intercettarlo... e qualcunO "risponde.... Connery e non Bond, ma solo per far loro sapere che al momento è molto preso, e riattaccare poi frettolosamente e senza molti convenevoli.
Decisamente un film unmanissimo e sincero  commuove e fa riflettere, assolutamente  da recuperare.

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