Espandi menu
cerca
Philomena

Regia di Stephen Frears vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Spaggy

Spaggy

Iscritto dal 10 ottobre 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 178
  • Post 623
  • Recensioni 235
  • Playlist 19
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Philomena

di Spaggy
6 stelle

Quando prima di partire la proiezione di un film appare il logo Weinstein diventa chiaro che ciò che si vedrà è perfettamente studiato per strizzare l’occhio al pubblico e per cercar di piacere in po’ a chiunque. Philomena, co-sceneggiato da Steve Coogan e diretto da Stephen Frears, non sfugge a questa sorta di regola non scritta. Prendere una storia vera, a detta della sceneggiatura “di solito destinata a un pubblico ignorante”, e farla interpretare da una Judi Dench attenta ad ogni singola sfumatura significa infatti giocare sporco per tutta una serie di motivi: esiste ad esempio l’alibi del “non abbiamo inventato nulla” e quello dell’interpretazione dell’attrice, come sempre semplicemente perfetta davanti alla macchina da presa.

 

Nel raccontare la storia di Philomena Lee, Frears si impegna a non cadere nel sentimentalismo più becero, lo sfiora ma non ne viene affondato, rischio che altri invece avrebbero corso. Gli elementi di presa ci sono tutti: una anziana madre alla ricerca del proprio figlio dopo 50 anni, l’ostilità dell’istituzione Chiesa, la critica politica verso la destra (al cinema, funziona sempre) e un’amicizia tra due personaggi agli antipodi che si aiutano a vicenda. La stampa applaude facendo la gioia dell’ufficio stampa Lucky Red, presente in sala, che distribuirà il film a febbraio, in piena stagione Oscar.



Il sottoscritto, invece, rimane tiepido tiepido e non viene mai rapito da nulla. A parte il classico senso dell’humour tutto inglese e qualche guizzo legato alla fotografia (è però facile giocare con le luci e le ombre, ad esempio, quando sei al Lincoln Memorial di Washington), Philomena in realtà non decolla mai, neanche quando il pathos dovrebbe essere alle stelle, lasciando totalmente esterno allo storia chi guarda. È quasi impossibile immedesimarsi in uno dei due personaggi fondamentali e risulta persino complicato giustificarne le psicologie (il finale con Philomena che perdona la suora responsabile del suo calvario è a dir poco agghiacciante, come se non ci fosse nulla in grado di cancellare quel credo cristiano con cui è cresciuta e con cui è stata educata).



Curiosamente, ad essere molto debole è proprio la parte del viaggio che Philomena e Sixmith affrontano e il modo in cui risalgono all’identità del figlio perso. Ma l’alibi della storia vera copre tutto, bisogna essere cinici per non apprezzare il film. Ed io lo sono.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati