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Una famiglia perfetta

Regia di Paolo Genovese vedi scheda film

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La recensione su Una famiglia perfetta

di will kane
6 stelle

Dopo aver realizzato incassi importanti con il dittico di "Immaturi" e "La banda dei Babbi Natale",Paolo Genovese ha voluto portare sullo schermo una sceneggiatura non semplice,mettendo in scena,una volta ancora,la festa del Natale,ma con una particolarità,che la famiglia riunita per celebrare il 25 Dicembre non è che una compagnia di attori ingaggiata dal padrone di casa,un uomo misterioso,bizzoso e dai cambiamenti d'umore imprevedibili,che è solo,e forse vuol provare cosa si sente in quei momenti in cui tradizione vorrebbe che se c'è un giorno in cui le famiglie si ritrovano,è quello del Presepe e dell'Albero.O forse ha tutt'altre intenzioni,ma il film scopre le carte solo verso la conclusione,com'è giusto che sia:perchè ad un certo punto l'intera combriccola sembra prigioniera,quasi,dei cambi di copione inconsulti del balzano anfitrione e datore di lavoro,e il film pare scivolare lentamente dalle parti del thriller psicologico,seppure in maniera molto soft,sullo stile de "Gli insospettabili".L'idea di fondo,dell'attore che deve mettere una maschera adattabile anche alla paradossalità del quotidiano,era di un certo interesse:peccato che Genovese tenga il lungometraggio costantemente in bilico tra buonismi da fiction della Rai e piccole cattiverie da dramma da camera.E che per essere una commedia,le occasioni per ridere vere e proprie siano assai rade,e per essere un film drammatico viaggi con anche troppa leggerezza,smorzando ogni principio di tensione ogni volta che si forma.Nel cast variopinto,i migliori in campo appaiono Claudia Gerini,sempre più bella e molto cresciuta come interprete,che ha imparato anche a gestire le mezze tonalità,Marco Giallini,che dà molta umanità ad un personaggio che teoricamente parte come cinico del gruppo,e Ilaria Occhini,sempre in parte e abile a sfoderare incrinazioni della voce e dello sguardo.Meno convincente,questa volta,Sergio Castellitto,attore magnifico riconosciuto,che qua tende a strafare,comincia a gigioneggiare e si perde nel personaggio,passando in maniera troppo netta dall'affabilità alla prepotenza.

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