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After Earth

Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film

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La recensione su After Earth

di maurizio73
6 stelle

Diventata invivibile a causa di un cataclisma ecologico, l'umanità abbandona la Terra per trasbordare su di un nuovo mondo abitato da forze aliene ostili che gli scatenano contro la furia di mostruose e letali creature cieche dette 'Ursa', in grado di 'annusare' le emissioni feromoniche umane generate dalla paura. Un generale del corpo militare umano invisibile ai mostri alieni, è in viaggio con il figlio verso una destinazione di addestramento quando una tempesta meteorica li fa precipitare sul pianeta Terra ormai regredito ad un'era neomesozoica di foreste lussureggianti e specie animali ostili. Qui il giovane cadetto dovrà compiere un lungo e periglioso viaggio silvano per salvare il padre ferito e se stesso, recuperando un radiofaro e dimostrando di avere la tempra del vero combattente. Partendo dall'epica introduzione di una nuova frontiera (l'ennesima?) del genere umano nella sua affermazione come insuperato predatore su scala extraterrestre e qui costretto a giocare una decisiva partita individuale 'in casa', il regista indiano M. Night Shyamalan, già prolifico affabulatore di ancestrali paure a sfondo ecologico, si cimenta in una personale e risciuta declinazione della fantascienza d'avventura che se da un lato reimpasta gli stilemi e le tematiche care al cinema americano di genere (da Dune a Il Pianeta delle scimmie, da Starship trhoopers ad Alien) dall'altro riesce ad imprimervi le adrenaliche accelerazioni di un cinema mainstream che precipita vertiginosamente verso una prevedibile quanto spettacolare resa dei conti finale. Operazione senza pretese sul versante concettuale (come invece tutte le precedenti opere del regista) si espone decisamente di più su quello del puro intrattenimento riuscendo a calibrare con studiato mestiere le sottigliezze di una studiata sceneggiatura (di cui è co-autore) tra la sottotrama del dramma familiare e del racconto di formazione e l'ampio respiro di una epica battaglia per la sopravvivenza in un mondo ormai ostile, sullo sfondo di una folgorante potenza scenografica frutto (almeno in parte) della meravigliose 'arti e progressive' della post produzione. Giocato sulle ambivalenze semantiche tra inner space (il controllo della paura) e outer space (il controllo della natura) innesca una vorticosa linearità narrativa che consuma freneticamente gli scarsi 100 minuti del racconto facendosi perfino perdonare la solita boria dell'eroica yankee (qui ranger spaziali), un certo buonismo zoologico (la balena bianca sterminata e l'aquila salvatrice) e le solite inverosimiglianze da film catastrofico (gli unici sopravvissuti del naufragio spaziale sono parenti! Di più:sono padre e figlio! Di più: sono padre e figlio sul serio!) .Padre e figlio ancora insieme dopo 'La ricerca della felicità' del Muccino intrasferta d'oltreoceano. Quando si dice cinema formato famiglia.

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