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Promised Land

Regia di Gus Van Sant vedi scheda film

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La recensione su Promised Land

di supadany
8 stelle

Sono passati quindici anni da quando Gus Van Sant incontrò il suo maggior successo popolare grazie a “Will Hunting” anche grazie alla collaborazione con Matt Damon e Ben Affleck che scrissero la sceneggiatura.

Ci riprova ancora con Matt Damon affiancato da John Krasinski al lavoro sia sullo script che in prima linea per un film d’impegno ambientale che non ha paura di mostrare le pressioni che i poteri forti compiono nei confronti della povera gente.

Ad un passo da un’importante promozione, il brillante Steven Butler (Matt Damon) viene mandato dalla compagnia di estrazione di gas per cui lavora assieme alla collega Sue (Frances McDormand) in una cittadina rurale ricca di giacimenti col compito di convincere la gente del posto a dare il permesso di trivellare il suolo.

Trova subito consensi, ma anche ostacoli locali, ingiganti dall’arrivo di un ecologista (John Krasinski) che farà di tutto per screditarlo, contendendogli anche la bella Alice (Rosemarie DeWitt).

 

Matt Damon

Promised Land (2012): Matt Damon

 

Coscienza ecologista e rispetto per la propria terra contro il progresso indiscrimato (abbiamo un esempio simile in Basilicata con le stazioni petrolifere di Eni) ed il potere dei soldi capaci di far sognare persone scarsamente abituate a farlo.

A Gus Van Sant riesce assai bene il ritratto delle diversità che percorrono una piccola comunità, tra la saggezza di chi vive da tanto (il Frank Yates interpretato da Hal Holbrook), la voglia di svoltare di chi non ha mai visto tanti dollari, l’onestà delle persone semplici (concetto rafforzato dalla ragazzina che vende limonata) e pure una certa dabbenaggine per cui cadere nella trappola di chi raggira per mestiere è facile.

E lo è ancora di più se il venditore in questione ha le sembianze di Matt Damon non proprio il prototipo dell’imbroglione ed è proprio per questo che il suo volto funziona come propositore di sogni.

Arricchisce la trama l’arrivo dell’ambientalista interpretato dal volonteroso John Krasinski, con un vero duello per la conquista dei voti, ma poi dietro a tutto c’è chi non conosce la parola sconfitta ed è disposto ad utilizzare ogni mezzo per conseguire il suo fine, ovvero il profitto ottenuto con promesse impossibili da mantenere (non tanto quelle economiche, ma quelle legate alla salvaguardia ambientale).

Un film molto dialogato, con alcuni scambi di opinioni in crescendo (come il primo confronto al campo da basket che diviene nel suo corso pressante), con punte di leggerezza, riflessivo ed anche piacevole con un finale anticipato da un colpo di scena che rinnova quanto già detto (quando si è disposti a tutto per vincere) e che poi sceglie l’emozione anche se con un sapore di (buonista) premeditazione, comunque allineato all’evoluzione descritta in precedenza.

Più nobile che geniale, sostanzialmente realizzato con passione ed attenzione.

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