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Il fondamentalista riluttante

Regia di Mira Nair vedi scheda film

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La recensione su Il fondamentalista riluttante

di champagne1
7 stelle

Changez è un Pakistano nato in una famiglia culturalmente aperta. Innamorato degli Stati Uniti va là a completare gli studi universitari e a cercare lavoro, riuscendoci, in una prestigiosa compagnia finanziaria. Entra quindi a far parte di un mondo a tutto spessore e ne accetta le regole, quelle del capitalismo d'assalto, che lavora per tagliare le improduttività, abbassare i costi e migliorare i profitti. All'ennesima "testa tagliata", dopo qualche incomprensione con la girlfriend, e all'indomani dell'11settembre, si rende conto che quel mondo tutto basato sul successo personale e la prevaricazione degli altri  comincia a sentirlo dissonante; così decide di ritornare in patria. Qui dovrà affrontare un ulteriore nodo, visto il rilancio del fondamentalismo islamico dopo gli eventi bellici in Afghanistan...

 

Nato dalla penna di Mohsin Amid e diretto dalla regista Mira Nair, "il Fondamentalista riluttante" esprime abbastanza bene il conflitto interiore sorto in tanti asiatici-americani dopo l'attentato alle Torri Gemelle e a quello che ne è conseguito in termini di diffidenza anche paranoica, xenofobia e arroganza da parte degli USA nei confronti degli stranieri sul suo territorio.

Sia l'Autore che la Regista sono pakistani occidentalizzati, nel senso di vissuti e viventi negli USA e/o in Europa da sempre, e quindi forse più in grado di cogliere le contraddizioni ed esagerazioni sia dell'auto-difesa americana sia dello speculare ricorso al fondamentalismo da parte degli islamici.

Il film attraversa momenti di pathos proprio quando mostra l'evoluzione del pensiero di Changez e quando deve decidere da che parte "schierarsi".

La conclusione del film, che lascio alla visione senza commenti, è in un certo senso apolitica e personale: non si sa quanto per mero interesse (per la distribuzione dell'opera) o quanto per un tentativo di incoraggiare un buonismo ecumenico.

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