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The Host

Regia di Andrew Niccol vedi scheda film

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Enrique

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La recensione su The Host

di Enrique
2 stelle

Non so che film abbia visto FilmTv, ma ecco quello che ho visto io: dell’umanità non c’è quasi più traccia; alieni calmi e pacifici hanno preso il suo posto. La terra finalmente vive la sua meritata stagione di pace…Ecco io il film l’avrei fatto finire così. E invece no: alla sfiga non c’è limite. Qualche umano è sopravvissuto e fa di tutto per alterare l’equilibrio faticosamente imposto: istinti assassini e/o suicidi lo identificano per quello (che è stato) che è (e che sarà) e non fanno rimpiangere alcunchè di quanto sofferto a causa dei crudeli alieni. Ma qualcosa è sul punto di cambiare: le due razze si incrociano senza annichilimento reciproco, sperimentano la convivenza e progettano un futuro, insieme…
Orbene, volendo azzardare un’analisi di ampio respiro, il film è per ¾ totalmente da buttare: a metà tra il vomitevole (in confronto a questo i tradizionali film “romantici” appaiono danteschi canti alla bellezza sempiterna di Beatrice) e il ridicolo (talmente spinto da non poter credere che sia involontario), soprattutto nelle scene del triangolo (o forse del quadrato?) amoroso e dei colloqui “occhi-fronte” della giovane protagonista (sì, ho detto fronte; non è ragionevole pensare che dietro quello strato di pelle e ossa ci fosse un cervello o, più metafisicamente ancora, “un’anima”). Infatti, non bastasse, a rendere tutto più insopportabile ci pensa la schizofrenia di quest’ultima: perennemente in stato di soggiogamento ai comandi che provengono dalla sua “fronte”, si ridesta solo quando si tratta di trasmettere la mononucleosi (magari!!) a  mezza tribù dei superstiti. No comment. (ma, per la verità, il suo stesso, intero iter “gnoseologico” assume i tratti della tortura stile “Santa Inquisizione”. Dio ce ne scampi!).
Per di più A.Niccol non ci risparmia neanche qualche buona mezz’ora di film (anche se, come già detto, fosse stato per me - da sempre attratto dagli “happy ends”-, il film avrebbe meritato di finire dopo i primi 2 minuti). Più di due ore sarebbero state quasi eccessive per qualunque film decente, figurarsi per una ca**** colossale come questa. Nel finale, ad essere onesto, il film si fa un filino meno banale e un filino più elegante, ma ormai l’indigestione è del tutto irrimediabile.
Certo - mi si potrebbe legittimamente replicare - da un romanzo di S.Meyer cos’altro ci si sarebbe potuti aspettare? Controreplica: beh, era legittimo aspettarsi che gli effetti patogeni del soggetto venissero controbilanciati dall’indiscussa bravura di A.Niccol (autore di capolavori - nelle vesti di autore del soggetto e/o sceneggiatore e/o regista - del calibro di The Truman Show e Lord of War…mentre quanto a Gattaca lo dovrei rivedere per giudicarlo meglio). E invece no: ormai in caduta libera, c’è da credere che la prossima volta si cimenti col remake di Zora la vampira?
Tornando a The Host, in casi come questi per esprimere un giudizio bisognerebbe recuperare i numeri negativi. 1 stella non rende affatto giustizia. Sì, al pubblico (almeno a me).

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