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Blood

Regia di Nick Murphy vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Blood

di alan smithee
6 stelle

Paul Bettany, Stephen Graham, Marc Strong, Brian Cox: con un british cast di questi livelli è davvero difficile che il film non riesca almeno un po' a catturarci, a risultare epico, forte, duro e crudele. E infatti l'opera seconda di Nick Murphy dopo un mezzo bluff come il recente "Il mistero di Rockford", è un film che senza nulla aggiungere ai drammi polizieschi visti fino ad ora (alcuni pure belli proprio con Bettany e gli altri tre) si mantiene sulle corde prevedibili di una visibilità anche piacevole, nel senso di intrigante, coinvolgente e dall'alto tasso di drammaticità che si trasforma in tragedia di tipo shakespeariano proprio per l'impossibilità di trovare una possibilità, un rimedio, una soluzione ad un misfatto dettato dalla disperata ricerca di un colpevole, ma anche da tanto superficiale pregiudizio.
L'omicidio brutale di una ragazza induce due fratelli poliziotti a sospettare oltre ogni ragionevole dubbio della colpevolezza di un balordo già accusato in precedenza di reati a sfondo sessuale. Una malaugurata sera, quando uno dei due uccide in preda ad uno scatto d'ira il losco e mellifluo individuo, ecco che nel frattempo le prove in grado di scagionarlo spuntano fuori con una facilità senza precedenti, quasi disarmante. Infatti poco tempo dopo il caso si risolve quasi da solo e i colpevoli, quelli veri, vengono allo scoperto in modo quasi elementare. Ecco che nei due fratelli e nella loro vita di famiglia si incendia come un senso di colpa devastante che supera il naturale ed istintivo tentativo di occultare le prove che potrebbero incastrarli. Il film si fa forte di questo panico interiore che colpisce in tempi e modi diversi due fratelli molto differenti non solo fisicamente. E la vendetta cieca e furente diviene lo strumento tutto umano ed imperfetto per sistemare le proprie coscienze, almeno inizialmente. Un film medio che non presenta particolari scelte innovative ma cerca di condurre il suo discorso in modo corretto e senza inutili fronzoli. Sotto un cielo ed un'atmosfera plumbea e coerente col clima cinereo non solo per ragioni metereologiche, scuro esteriormente a causa di un mare grigio ed una sabbia umida di una marea che si ritira ma ritorna sempre sui suoi passi, il film si segnala per una certa incisività di narrazione e per la scelta di far interagire i due protagonisti con la loro vittima, che parla loro e si mostra come ad acuire quel senso di tragedia che scandisce un'indagine che si dimostra molto presto sin troppo chiara nelle sue dinamiche. Convenzionale ma con la giusta classe e lo stile britain che ben conosciamo, che si dimostra come una adeguata carta vincente.

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