La recensione su Ralph Spaccatutto

La serata natalizia cinematografica con i nipoti che prevedeva la visione del film "Vita di Pi" è stata deviata per esaurimento di posti disponibili verso questo film di animazione prodotto da quel John Lasseter che ormai è una tranquilla garanzia di soddisfazione e meraviglia.
Dunque necessariamente ma incolpevolmente una soluzione di ripiego con un pò di delusione da parte di uno zio con pargoli al seguito che da qualche anno a questa parte mal sopporta quest'orda di film per ragazzi a produzione ciclica ininterrotta grazie ad una tecnica avanzata e certo straordinariamente efficace che rende possibile un uscita pressoché settimanale di film d'animazione, alla fine usurpatori di sale ai danni di molto cinema d'autore che ormai ci rassegnamo a definire "invisibile"; e memore per di più dei bei tempi della mia infanzia in cui si sospirava l'uscita del nuovo cartone Disney, frutto di anni ed anni di lavoro manuale e certosino accontentandosi di rivedere quelli già usciti anni prima in occasione delle periodiche riedizioni.
Il cortometraggio che introduce il film, in questo caso una tenera storia d'amore tra due giovani timidi e una miriade di aerei di carta galeotti ed alleati a favorire la nascita di una storia seria, in un bianco e nero efficacissimo che risalta l'unico colore rosso di una bacio che è più che un ricordo, è come al solito il capolavoro di delicatezza e sentimento che poco dopo la sua fine e l'inizio del "vero" film rimpiangiamo davvero sia finito così presto.
Ma il più caciarone Ralph che ne segue non è per nulla un brutto film: ha spunti interessanti nel raccontare la storia di alcuni videogiochi un po' vintage che rischiano ogni giorno di essere messi da parte, nonostante gli sforzi dei suoi protagonisti di non essere sostituiti dai nuovi sofisticati prodotti che il mercato in continua evoluzione pone a loro confronto in una lotta impari e senza tregua per scongiurare, pure loro come noi umani, una disoccupazione che demotiva e demoralizza lasciandoli vuoti e senza stimoli per andare avanti. Ma oltre a ciò il problema di Ralph è che non ne può davvero più di fare l'energumeno cattivo che finisce gettato da un palazzo in uno stagno fangoso, per ritrovarsi a fine giornata solo in disparte in una discarica mentre l'eroe e i personaggi di contorno festeggiano tranquilli nei loro accoglienti appartamenti riaggiustati ogni volta dall'efficace protagonista.
Questa sua insofferenza genera problematiche a catena tra cui, non ultimo, il rischio di compromettere il futuro del videogioco, già vecchiotto e destinato di per sé ad un forzato pensionamento.
Tutto ciò introduce e si interseca con una serie rutilante di altri avvenimenti che collegano le esagitate gesta del nostro gigantesco, grossolano ma sensibile protagonista ad altri videogiochi e mondi differenti; questo aspetto aggiunge ritmo ed entusiasmo alla vicenda, ma rende anche piuttosto faticoso da digerire il prodotto che si presenta come un vorticoso susseguirsi di situazioni e ambientazioni tra valli di caramello e cioccolato e infide paludi popolate da schifosi alieni troppo letalmente riproducibili. Un vorticoso susseguirsi di eventi che avvince ma rischia di creare stucchevolezza come un cibo dolcissimo ed invitante che piace molto al primo assaggio, ma finisce per appesantire troppo presto il nostro pur capace stomaco di onnivori fruitori di cinema senza frontiere.