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Un sapore di ruggine e ossa

Regia di Jacques Audiard vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Un sapore di ruggine e ossa

di passo8mmridotto
6 stelle

Qualche volta è giusto iniziare a parlare di un film partendo dalla colonna sonora. La musica di Alexandre Desplat è determinante ai fini della riuscita di questa pellicola di produzione belga, diretta da Jacques Audiard.

Il sapore di ruggine e ossa si sente praticamente in tutta la storia, scritta da Craig Davidson. E' la storia di due vite parallele, talmente diverse tra loro che sembra impossibile il loro incontro, eppure succede. Succede ad Alì (Matthias Schoenaerts) un giovane povero e sbandato che si trova a dover chiedere ospitalità a sua sorella Anna, residente ad Antibes, dove lavora come commessa in un supermercato. Alì si porta dietro suo figlio, Sam, di cinque anni, che gli è stato affidato dalla sua ex moglie. Anna gli trova un lavoro come buttafuori in un locale notturno, dove gli capita di sedare una rissa nella quale è coinvolta Stephanie (Marion Cotillard).

Alì si offre di accompagnarla a casa, e le da il suo numero di telefono.

Stephanie ha una vita brillante, e lavora in un parco acquatico dove addestra alcune orche. Purtroppo, durante uno spettacolo, la ragazza viene travolta dalle impalcature a causa di un'orca uscita improvvisamente dall'acqua, e in ospedale le amputano le gambe dal ginocchio in giù.

Da questo punto, il film entra in un contesto tanto affascinante quanto tragico, le due vite parallele cominciano ad avvicinarsi, ma con cautela, perchè nell'animo di Alì c'è la ruggine che lo rende diffidente, vuole aiutare Stephanie ma la tratta ruvidamente, eppure la ragazza si sente attratta da quel ragazzo dai modi per niente gentili, e che sfoga la sua rabbia frequentando una palestra di pugilato dove ha rapporti sessuali quasi animaleschi con una ragazza.

Sempre con i suoi modi bruschi, Alì chiede a Stephanie se ha bisogno di fare sesso, e lei acconsente, ansiosa di sapere se tutto funziona ancora regolarmente.

Alì dice a Stephanie che può chiamarlo ogni volta che vuole, visto che il primo tentativo è stato soddisfacente. Ovviamente, per Alì si tratta di solo sesso, ma Stephanie inevitabilmente si invaghisce di quel giovane che ora vede sotto un'altra luce.

Jacques Audiard, a questo punto, gioca la carta più alta del mazzo: vedere il corpo straziato della ragazza che fa l'amore con Alì non è un bello spettacolo, può lasciare interdetti, non provoca emozioni se non quella della pietà. Affermare il contrario sarebbe ipocrita, come può non colpire allo stomaco vedere Stephanie che smonta le protesi tecnologiche che le consentono di camminare, sfilarsi le calze ortopediche, per farsi penetrare da un Alì apparentemente sacrificato ad un rapporto falso quanto la sua vita finora vissuta?

Eppure, la ruggine si sta polverizzando, Alì finirà con l'innamorarsi di Stephanie, che pian piano ha recuperato la gioia di vivere grazie alla vicinanza di Alì nei momenti peggiori dopo la disgrazia. Ritorna con Alì nel locale dove si sono incontrati, e nel parco , dove incontra, attraverso il vetro dell'acquario, l'orca che ha provocato l'incidente che l'ha privata delle gambe, delle sue ossa, appunto. E riprenderà il suo lavoro con le orche.

L'amore di Alì e Stephanie si salderà definitivamente dopo che il piccolo Sam rischia di morire cadendo nell'acqua gelida di un laghetto ghiacciato. Alì si renderà conto di amare suo figlio, che sino a quel momento gli era di peso nella sua vita piuttosto sgangherata, fatta, tra l'altro, di incontri clandestini di pugilato.

Un buon film, tutto sommato, che si avvale anche della presenza di Celine Sallette (Louise, amica di Stephanie), Corinne Masiero (nel ruolo di Anna, la sorella di Alì) e di Bouli Lanners (Martial, compagno di Anna).

La fotografia ci regala, oltre gli interni essenziali e le espressioni di Stephanie in continua metamorfosi, immagini splendide di Antibes e delle sue spiaggie.

 

 

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