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Un sapore di ruggine e ossa

Regia di Jacques Audiard vedi scheda film

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La recensione su Un sapore di ruggine e ossa

di kubritch
2 stelle

Non vi fate ingannare dal finto realismo. Troppi sensazionalismi attaccati con lo sputo in un melodrammone. Come mai l'orca non se l'è mangiata intera resta un mistero. Per quasi tutto il film mi sono arrovellato sul fulcro narrativo del film senza trovare risposta. Elogio del buzzurro? Buzzurro è vita? Per reazione m'immagino che la vita dello scrittore fosse di una monotonia e di una pesantezza da suicidio. Sentimenti che hanno terreno fertile in quanto esperienza condivisa frutto di omologazione e frustrazione. 'Na botta immaginaria di vita, insomma. Solo alla fine ho realizzato che il film parla della crisi della paternità. Se si ostinano a restare così monolitici non c'è da meravigliarsi. Fino ad allora mi sembrava che parlasse dell'immaturità cronica di un pompato. Che dico immaturo, un idiota. Ne fa una peggio dell'altra. Quando si giustifica per aver sbattuto il figlio contro lo spigolo di un tavolino mi ha fatto pensare a Jack di Shining. Non voleva farlo. E' solo quel tanto di energia in più per secondo  sfuggita al controllo. E poi non è successo niente. Però come scopa lui non scopa nessuno. Ah, che uomo! Non ci sono più gli uomini così! Uomo gallo da combattimento per scommesse tra mafiosi e pusher. Tutto normale! Impossibile non sentire l'afrore della libertà in tutto ciò. Ossa, sangue e ruggine. Ognuno è quel che è. Se uno è una bestia è una bestia. Perchè allora nobilitarlo? Scontata la scena di sesso con la paraplegica. L'avevo prevista dal primo momento che ho visto il fisicaccio di lui. I francesi, poi, in queste cose ci si buttano a capofitto per vantarsi della loro presunta libertà artistica. Lei spacca la faccia ad uno con la stampella reo di aver fatto un piccolo commento inopportuno sull'onda emotiva  della sorpresa. Non è un modo infantile di denunciare narrativamente la discriminazione verso i disabili? E' libertà! Autenticità: come direbbe un esistenzialista. Quelle sì che sono persone vere; non la mandano a dire; sono dirette; non trattengono gli istinti. Così tutti i fantozziani impiegati d'ufficio sognano di essere altro da se stessi. Verso la fine lui scappa, si spera, per mettere la testa a posto. E' l'ora del riscatto e avviene tutto da una scena all'altra. Stacco e il bambino va a trovare il genitore. Quadretto idilliaco di padre e figlio che giocano sul ghiaccio poi il tremendo incidente. E' bastato distrarsi un attimo per andare a fare pipì. Giustamete nessun adulto si sarebbe preoccupato di lasciare un bambino da solo in quel luogo. Che pericolo poteva mai esserci? Ma allora, è proprio un prosciutto irrecuperabile. E no, perchè dalla fratture delle 27 ossa delle mani saprà trarre una grande lezione zen di vita. Che verità! Naturalmente salvo l'interpretazione di Marion. Però che poltiglia pallosa di privilegiati che fingono prossimità con le problematiche esistenziali degli ultimi.

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