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Orwell 1984

Regia di Michael Radford vedi scheda film

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La recensione su Orwell 1984

di noodless94
3 stelle

1984 è il capolavoro, insieme alla "Fattoria degli animali", di George Orwell, che scrivendo i suoi libri più famosi prese spunto dalle dittature del suo tempo: Stalinismo, Nazismo e fascismo. 1984 è un libro fondamentale per quanto riguarda il genere: distopico e visionario, il libro di Orwell ha ispirato numerose altre opere (cinematografiche, come V per Vendetta; letterarie, come Fahreneit 451, libro altrettanto distopico e visionario, che trae però spunto da 1984). 

 

Leggendo le pagine del libro (capolavoro) di George Orwell, si evince da subito l'impostazione dispotica del mondo in cui vivono Winston e Julia, un'Oceania costantemente in guerra contro le altre nazioni del mondo (Eurasia ed Estasia). Osservato ogni secondo dal Grande Fratello (ormai ben più famoso come reality show), Winston vive una vita oppressa, dove tutto è controllato: movimenti, emozioni, notizie, parole. Non c'è spazio per l'amore nè per l'amicizia. L'unica cosa da fare è servire il partito, credere nel partito, fare in modo che il partito cresca continuamente. 

 

Il film di Michael Radford segue fedelmente il libro. Leggendo (ormai qualche anno fa) le pagine del libro, ho trovato un riscontro nella visione cinematografica. La scenografia, grigia, vuota, monotona, segue fedelmente il libro di Orwell. Anche la stanza in cui Winston (John Hurt) e Julia (Suzanna Hamilton), è scarna, si affaccia su un cortile nel quale il canto di una signora fa riafforare emozioni sopite, ricordi nascosti. 

L'ottima interpretazione dei due attori protagonisti non aiuta, però, a far del film un capolavoro degno del libro. Proprio l'aver seguito, fedelmente, passo per passo il libro, adattandolo, senza provare a dare un'impronta propria (in questo caso quella del regista), rende il film una mera trasposizione cinematografica che non dice nulla di nuovo. 

Il libro aveva già detto tutto. Ambientato nel 1948, Orwell aveva descritto, con un'occhio particolare sull'Unione Sovietica, il fenomeno dei totalitarismi. Il punto è: se, nel 1984, quindi con l'Unione Sovietica in crisi; Stalin morto da oltre trent'anni; con le altre dittature europee (Portogallo e Spagna) cadute da un decennio; con i popoli africani che hanno preso consapevolezza, e si ribellano prima a un dominio coloniale, poi dittatoriale, non sarebbe stato meglio giocare la carta di questo magnifico lavoro in maniera diversa, provando a ricontestualizzarlo? 

Con i se e con i ma non si va da nessuna parte. La scelta (che non condivido, come si può chiaramente intendere da queste poche righe) di Michael Radford, raccontare il libro senza attuare una minima contestualizzazione, è, a parer mio, il motivo per cui il film è debole, fiacco e noioso. 

Lontano anni luce dall'immenso libro, il film non riesce a trasmettere praticamente nulla. Resta l'amaro in bocca per quello che poteva essere un film diverso, critico sulla realtà come il libro 35 anni prima era stato.

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