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Vita di Pi

Regia di Ang Lee vedi scheda film

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La recensione su Vita di Pi

di braddock
8 stelle

Pur avendolo apprezzato molto, devo dire che mi ha un po' deluso. Pensavo infatti che l' ottimo regista Ang Lee si concentrasse maggiormente sulla spettacolarità scenografica dei kolossal del cinema indiano, sul tipo di GURU o LA SPOSA DELL' IMPERATORE. Questo aspetto, invece, viene a mancare quasi del tutto e il film non risulta molto imponente nella messa in scena. Gode comunque di una notevole profondità di significato poetico e religioso, corroborato dalle spettacolari atmosfere visive. Sicuramente i pessimi tre titoli natalizi italiani: i soliti idioti, tutto tutto niente niente e colpi di fulmine, non meritano neanche il confronto.  La storia, si svolge con l' adulto Pi Patel che racconta l' avventura della sua infanzia ad uno scrittore in cerca di un racconto che lo ispiri. Pi era il figlio di un proprietario di uno zoo, costretto a trasferirsi in Canada e vendere gli animali per motivi economici. Il ragazzo deve così imbarcarsi, assieme alla famiglia e ai loro animali, in un' immensa nave per raggiungere il nuovo Paese. A seguito di una tempesta, la nave affonda e Pi si trova da solo su una scialuppa di salvataggio. Qui approda anche Richard Parker, la tigre dello zoo che aveva preso il nome del cacciatore che l' aveva catturata. Pi sarà quindi costretto a cercare di sopravvivere, convivendo col feroce animale... Il film è obiettivamente noioso, con un ritmo lento e inquadrature prevalentemnte fisse. Non è però una pellicola vuota e fine a se stessa come i due OPEN WATWER, cone certe idee che si rivelano molto originali e interessanti. Ottime, ad esempio, le trovate dell' isola misteriosa a forma umana e delle doppie storie che si sovrappongono nel finale. Ben girate e molto veritiere inoltre le numerose sequenze con la tigre, che diventa il secondo personaggio protagonista della storia. Nonostante le immagini suggestive, non penso proprio che il film possa essere definito un "nuovo Avatar" come espresso nei trailler. I capolavori visivi sono presenti, ma non si punta per niente sulla spettacolarità o su un' azione accentuata. Quello che si evidenzia è al contrario il sentimento di "fusione" uomo-natura, tipico anche della cultura del regista orientale. Poteva essere realizzato in maniera ancora migliore con un po' più di dinamismo, resta comunque il film uscito in sala di gran lunga più interessante e di maggior spessore di questo fine anno. Breve cameo anche per Gerard Depardieu

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