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Io e te

Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film

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La recensione su Io e te

di supadany
6 stelle

A nove anni di distanza dal suo precedente film (“The dreamers”, 2003), Bernando Bertolucci torna inaspettatamente (dico questo a causa dei suoi problemi di salute) a cimentarsi con una nuova opera, riprendendo nuovamente, ed ancora di più, due entità da vicino, generando una sorta di tenerezza, ma si tratta comunque (inevitabilmente) di un’opera minore.

Lorenzo (Jacopo Olmo Antinori) invece di partire per la settimana bianca con i suoi compagni di classe si nasconde per una settimana in uno scantinato, distaccandosi così da quella vita famigliare, e non, che fatica a comprendere e vivere.

Ma poi irrompe inattesa Olivia (Tea Falco), la sua sorellastra, che mette a serio rischio i suoi piani, ma allo stesso tempo sarà l’occasione per scoprire qualcosa di nuovo.

 

Jacopo Olmo Antinori, Tea Falco

Io e te (2012): Jacopo Olmo Antinori, Tea Falco

 

Un film molto piccolo, praticamente ambientato quasi esclusivamente all’interno di uno scantinato, completamente basato su due personalità tumultuose che regalano un rapporto eccentrico, spesso in bilico, difficile da decifrare, ma che possiede anche un suo preciso fascino che si nasconde, e mostra, allo stesso tempo, questo a partire dalla situazione di Lorenzo (anche a me ai tempi era capitato di un compagno che si era nascosto in occasione di una settimana bianca) e di Olivia per arrivare al rapporto, di conflitto, ma anche di comprensione (non certo nella forma più banale) che si genera tra i due.

Purtroppo, nonostante tutte le buone intenzioni del caso, è anche un film che stenta a lasciare qualcosa di tangibile, appare quasi ingenuo e manca quella magia che Bernando Bertolucci nei suoi film migliori, piccoli o giganteschi che siano, è riuscito a creare.

Ed alla fine la cosa migliore, che si trova come extra nel dvd, è il making of “Sedia elettrica”, nel quale al fianco dei due interpreti alla prima ribalta, si vede soprattutto lui, Bernando Bertolucci, maestro indiscusso che suscita pensieri positivi e l’ammirazione di star venute sul set giusto per riverirlo (come Debra Winger, ma Richard Gere sembra quasi al cospetto del Dalai Lama per la riverenza che mostra), un corto che odora di storia (del cinema), quasi un commiato che rapisce completamente e lascia praticamente inermi.

Un’opera ristretta, ma sentita, che si avvale di due attori giovani scelti assai bene (soprattutto Tea Falco possiede un magnetismo raro, tanto più per il cinema italiano di oggi), che non spicca il volo, ma che in fondo ha più di un perché.

Testamentario, adducendo nuova vita.

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