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Io e te

Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film

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La recensione su Io e te

di maso
8 stelle

"Space Oddity" di David Bowie è un pò l'equivalente musicale di "2001 Odissea nello spazio" visto che narra di un astronauta, il Maggiore Tom, che viene sparato nello spazio siderale nella sua capsula per poi abbandonarla e perdersi nel cosmo infinito mentre la base terrestre gli comunica che il suo contatto radio è ormai perduto come il suo corpo fluttuante risucchiato dal fascino dell'ignoto firmamento stellare e non è un caso che questo brano dall'incedere ipnotico sia il tema portante del nuovo film dell'immenso Bernardo Bertolucci che è diventato con il passare degli anni uno specialista nel descrivere luoghi circoscritti a pochi personaggi, c'è un parallelismo innegabile fra Lorenzo l'adolescente problematico protagonista della storia e il Maggiore Tom della canzone sopra citata: entrambi fuggono dalla propria realtà in uno spazio deserto in cui contemplare la loro interiorità poichè Lorenzo preferisce evitare di interfacciarsi con i propri compagni di classe lontani anni luce dalla sua ottica della vita verso una settimana bianca che potrebbe farlo uscire dal suo guscio di nichilismo e rifugiarsi in quella cantina che è a tutti gli effetti la sua scatola di latta rifornita di scatole di latta come la capsula piena di pillole proteiche lo era per il Maggiore Tom nella favola spaziale di Bowie.
Quel luogo chiuso è per Lorenzo un microcosmo dove perdersi nelle sue passioni più elementari come la musica e la lettura oltre ad un formicaio voluto fortemente come un televisore che racconta la vita di tutti i giorni ma anche per lui come per il Maggiore Tom c'è un Ground Control, un contatto terrestre che con invadente presenza lo riporterà sulla terra.
Olivia la sorellastra venticinquenne figlia del padre che ha sempre visto Lorenzo e sua madre come la causa della sua disgregazione famigliare irrompe in cantina in cerca di uno scatolone di sua proprietà in cui trovare qualcosa da poter convertire in denaro e poi in eroina visto che vive il suo status di artista drogata e dannata senza regole e senza una direzione ma troverà Lorenzo, un insperato contatto sul quale appoggiarsi per un pò e riabilitare il suo circuito interno devastato dalla droga.
La relazione fra i giovani è sofferta e traumatica per entrambi ma poco a poco emergeranno i loro crateri esistenziali che sono brufoli di incomunicabilità per il ragazzo e vene forate, dolori e spasmi per la ragazza che si contorce nella sua astinenza fino all'esaurimento dei barbiturici, è proprio in quell'istante che crolla la barriera atmosferica fra i due attraverso un gesto violento di Lorenzo che picchia con una testata la già debole ragazza, Olivia implora il suo aiuto e Lorenzo in debito di ossigeno attingerà dalla nonna malata terminale che ha sul volto i solchi di un tempo ridotto alla lancetta più lunga.
I due ragazzi volgono così in armonia verso il rientro sul pianeta terra con la promessa reciproca di camminarlo senza casco guardando i suoi marziani come dei terrestri mentre Olivia  promette di non essere più l'eroina della storia ma una più tranquilla comprimaria ma purtroppo per esperienza personale posso affermare che spesso se non sempre le promesse dei tossici sono promesse da astronauta.
Vanno applauditi questi ragazzi intensi, appassionati e credibili nei loro ruoli, come dichiarato dal regista Olmo Antinori è un piccolo Malcom McDowell scelto non a caso, mentre Tea Falco è un concentrato di espressioni facciali e corporali che tiene viva la scena e la forza drammatica del racconto di Ammaniti che Bertolucci ha immagazzinato nel suo occhio meccanico con una fluidità e delle scelte formali che rendono questa storia un piccolo grande film: sono memorabili i tantissimi primi piani sulle eruzioni cutanee di Antinori, le rughe profonde di Veronica Lazar, i nei e i denti ingialliti della Falco, come è di gran classe la regia di stampo tradizionale di cui Bertolucci è un monumento inscalfibile, anche se costretto su una sedia a rotelle ha saputo rappresentare uno scantinato come il cosmo infinito ed il giorno in cui abbandonerà la sua personalissima seggiola/capsula verso l'ignoto avremo perso un'altra figura importantissima del nostro cinema e della nostra arte in generale.

Sulla colonna sonora

Space Oddity la suono e la canto con la mia acustica da
quando Gagarin passeggiò sulle stelle fate un pò voi

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