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Jimmy Bobo - Bullet to the Head

Regia di Walter Hill vedi scheda film

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La recensione su Jimmy Bobo - Bullet to the Head

di mc 5
8 stelle

Voto: 8 e 1/2  Sentivo proprio il bisogno di un bell'action solido e tradizionale come questo. Di quelli come ormai se ne fanno pochi, caratterizzato da uno spirito old school da inizio anni 80. Un action brillantemente contaminato col thriller e col noir, la cui carta vincente è garantita dal magnifico sfondo di una New Orleans cupa, notturna e piena di insidie. Si tratta infatti di una delle città americane più ricche di suggestioni, dalla musica alla magìa nera, per non parlare poi dell'incontro tra culture differenti, data l'enorme influenza francofona imperante in ogni settore. Parlavo prima di "vecchia scuola" e questo che per me è un pregio, evidentemente non lo è per quanto attiene al mercato, se consideriamo che la partenza del film al botteghino USA è stata piuttosto fiacca, e anche qui da noi gli esiti pare siano deludenti. E forse ha ragione chi ha scritto che per catturare il giovane pubblico delle multisale oggi ci vuole ben altro che l'effetto vintage e lo spirito da b-movie. Tanta adrenalina, a volte diluita con spruzzate d'ironìa, e qualche momento di violenza insistita che ha convinto ad apporre il divieto ai minori di 14 anni. In quanto a messaggi negativi, però, più che di truculenza io parlerei piuttosto di etica ambigua dato che Jimmy-Stallone è vero che ha un suo codice che gli impone di non toccare donne e bambini, ma è anche vero che quelli che lui ritiene nemici li "giustizia" senza pensarci nemmeno un secondo, freddamente e sistematicamente. Tralasciando i risibili siparietti famigliari tra Jimmy e la figlia (peraltro quest'ultima personaggio non molto credibile) il film è dotato di un ottimo ritmo che non prevede tempi morti. E questo è da accreditare soprattutto al glorioso veterano Walter Hill, regista il cui nome resterà per sempre legato al supercult "I guerrieri della notte", senza dimenticare il popolarissimo "48 ore" e il magnifico "Driver". Hill dimostra di essere ancora in gran forma, anche perchè può contare su un Sylvester Stallone il quale, al di là di un volto devastato dalla chirurgia plastica, è tutt'altro che bollito. E questo film, assieme ai due episodi dei "Mercenari", è la prova che il vecchio Rocky ha ancora qualcosa da esprimere (nel campo circoscritto dell'action, s'intende). In questo caso specifico, poi, Sly aggiunge alla sua consueta mascolina rocciosità una vaga vena crepuscolare per molti aspetti intrigante. Nota conclusiva ma importante sui contributi musicali, e non poteva essere altrimenti, visto che New Orleans è la città del jazz. Nella soundtrack compaiono nomi prestigiosi come il grande jazzista Lou Donaldson e il leggendario bluesman R.L.Burnside. Ma il vero nome che emerge è quello di una band che prima d'ora non conoscevo: gli straordinari Lost Bayou Ramblers. Si tratta di un gruppo della Louisiana, con influenze cajun e zydeco, che suona con una carica da paura...e la scena in cui si esibiscono all'interno di un locale, mi ha ripagato da sola del prezzo del biglietto.

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