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Cavalli

Regia di Michele Rho vedi scheda film

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La recensione su Cavalli

di alan smithee
6 stelle

 

Il western italiano proprio ci mancava: non “all'italiana”, ovvero lo “spaghetti western”, grazie al quale l'Italia più di ogni altro Paese ha rinverdito i fasti di un genere amato ma forse un po' in declino a metà anni '60.

Cavalli sfida il genere proponendoci un western di ambientazione “appenninica”, tra le amene pendenze della Val D'Elsa, e riproponendo, a volte con audacia, al volte in modo quasi naturale, alcuni cliché del panorama non solo paesaggistico proprio del western.

Dal racconto omonimo di Pietro Grossi, la vicenda parte, un poco stentatamente, ammettiamolo, presentandoci due ragazzini di 10-12 anni, figli di due contadini ed allevatori: una madre amorevole (Asia Argento, che nei dieci minuti scarsi di parte non riesce a fare, bontà sua, molti danni, non fosse per quel suo visino semplice, di fatto pertinente ad interpretare una contadina, ma sfregiato da sorrisi a 36 luccicanti denti bianchissimi, quasi fosforescenti, che non risultano molto consoni alla parte: poteva andare peggio e mostrarci incidentalmente qualche tatuaggio inguinale che ormai la contrassegna a vita).

E successivamente anche ul solo temere che la storia poggi tutta sui due pur volenterosi non-attori professionisti ragazzini risulta una minaccia faticosa e spossante da accettare per lo spettatore.

Per fortuna, (soprattutto per le sorti della pellicola) il tempo passa ed i ragazzi diventano uomini, abili cavallerizzi ed addestratori/sellatori grazie alle lezioni (di vita) impartite da un apparentemente rude, ma in fondo amorevole vicino di casa e dalla moglie, che quasi adottano i due considerandoli figli.

Il film, costellato di partecipazioni e camei di lusso (oltre la Asia figurano anche Antonella Attili, Pippo Delbono, e il lungimirante produttore Andrea Occhipinti, narra le drammatiche vicende di questi due fratelli, divisi dalla vita e dalle circostanze, ma riuniti dalle ragioni affettive del legame di famiglia, uniti dalla passione, ricambiata, per gli splendidi equini che finiscono per far parte della propria fattoria sugli altipiani erbosi dell'Appennino.

Vinicio Marchioni appare un po' imbarazzato, e lo stesso si può dire per Gulia Michelini, trattenuta, quasi ingessata nel suo ruolo di promessa sposa del fratello minore. Convince di più l'interpretazione del bravo Michele Alhaique, dolce e sanguigno allo stesso tempo, vessato e sopraffatto ma pazientemente in attesa della resa dei conti.

Cavalli, dell'esordiente Michele Rho, è un film coraggioso che merita lodi più per le intenzioni ardite che per il risultato finale, che lo rende un film originale a tratti davvero ingenuo, scombinato, prevedibile come un prodotto televisivo da prima serata, ma anche per certi versi apprezzabile e, grazie anche alla pregevole preziosa ambientazione rurale molto originale, un precursore di un eventuale filone storico rurale dai colori accesi che sfociano nel genere.

 

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