Regia di Jason Reitman vedi scheda film
Che fine ha fatto l’ex reginetta del liceo che denigrava beceramente i vicini di armadietto e smaniava per farsi “impollinare” all’ombra delle mura scolastiche (prima di spiccare il volo lontano da quel tripudio di stolido provincialismo)?
Ma, chiaramente, si è realizzata nella città dei sogni (Minneapolis??!) scrivendo storielle frivole (d’altronde autobiografiche) per campare (alla grande) e poter godere della libertà di passare da un matrimonio (fallito; il suo) ad un altro (cioè; proprio di un’altra coppia).
Una vita talmente fortunata ed idilliaca da meritare di essere condivisa.
Se poi l’alchimia romantica del viaggio del tempo la ricreano alcune hit di 20 anni fa (davvero accattivanti) ed un mare di “spirito” (poco spiritoso) chi potrà più fermarla??
Acide premesse che ammiccano al punto giusto. Ma quanto basta poco per mandare tutto in vacca?!
Il matrimonio dell’ambito ex? No, il film.
Insomma il politically incorrect della Theron stuzzica eccome. Cadute di stile e piccoli eccessi espliciti ridimensionano le aspettative, ma si sta a guardare perché fin tanto che il film non si prende troppo sul serio l’equilibrio precario fra cattiveria e buonismo fa quasi tenerezza.
Ma cosa succede quando, invece, inizia proprio a prendersi sul serio, senza smettere di eccedere in paradossi tanto assurdi quanto patetici?
Finisce che le note stonate fioccano e che lo stridore della contraddizione si fa troppo fastidioso.
Poi accade davvero l’impensabile e allora cascano le braccia. Ma prima che l’irrazionalità prenda il sopravvento la natura mefistofelica della protagonista si riscatta e, in un batter di ciglia, ristabilisce l’ordine “naturale” delle cose.
Ci vuole davvero poco per metter mettere in scena la spazzatura.
Almeno dura poco (si dirà).
Ma che parabola discendente caro J.Reitman. I fasti di Thank you for smoking paiono tristemente un remoto miraggio.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta