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La mia vita è uno zoo

Regia di Cameron Crowe vedi scheda film

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Enrique

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La recensione su La mia vita è uno zoo

di Enrique
5 stelle

https://www.youtube.com/watch?v=pw1ahI_o388&list=PL3F626ZNDznkj_6fgWM-nCzTaVkXNPb5R&index=1

 

Un film formato famiglia (per quanto spezzata, in crisi, da rifondare ecc.) non può essere giudicato troppo severamente, benché ce ne sarebbero i presupposti (anche senza voler essere di parte a tutti i costi).

Temi-clichè (la perdita della persona cara e l’elaborazione del lutto; il travagliato rapporto padre-figlio, a rendere le cose più complicate; l’inizio di una nuova vita, avventurosa ma irta di ostacoli e la riscoperta – o, per la componente teen del film, la scoperta per la prima volta – dell’attrazione verso l’altro sesso… che, per inciso, non aspettava altro) si prestano, nelle mani giuste (quelle di Crowe più di altre), a dare vita ad un carosello di buoni sentimenti; ciò per cui - considerato il predetto target di riferimento - non gli si può, appunto, dare addosso. Eppure una patina di semplicità - da leggersi come sinonimo, in questo caso, di lieve superficialità - ed uno spesso strato di zucchero (tutt’altro che a velo) rendono tutto più artefatto, lezioso e meno appetibile ad un pubblico più variegato (emblematica l’evoluzione del rapporto padre-figlio; mi è parsa molto debole; poco convincente nella fase acuta, dello scontro aperto, ma ancor meno nel momento del cambio di rotta e del riallineamento degli assi).

A ben vedere la solare, lieve colonna sonora di Jónsi ci mette del suo per ispirare, sì, i sentimenti di cui si è detto (sorreggendo le aspettative del relativo pubblico di famiglie), ma, alla fine, direi che riesce a fare breccia altresì nella corteccia di tutti gli altri… ma poi la disamina “individualizzata” del nucleo di protagonisti attorno a cui ruota la vicenda descritta lascia briciole appena di spunti davvero positivi.

 

Male la caratterizzazione del personaggio della teenager innamorata (E.Fanning); a furia di gratuite risatine giulive verrebbe da augurarle un bel 4 in matematica (ciò che, però, forse non le creerebbe troppi scompensi). E come non vedere nel nostro caro M.Damon – decisamente poco in parte - la versione ingrassata (ma non meno intraprendente, pur senza la medesima genialoide inventiva) del leggendario MacGyver? Quasi un merito se non fosse che, a conti fatti, non sa apprezzare le cose belle e buone della vita (tipo le lasagne e soprattutto chi sa cucinarle con tanto affettuoso sentimento). Ma, d’altronde, al fianco del protagonista si accosta una sempre graziosissima S.Johansson e allora tutto diventa più facile…

Anche se il diversivo più incisivo lo offre la figlioletta (Maggie Elizabeth Jones) del protagonista (adorabile); regge brillantemente un peso sproporzionato rispetto all’età (ed alle spalle); attrice nata, fantastica (tanto da rubare la scena a molti altri interpreti) io però l’avrei vista meglio a giocare con i bimbi della sua età, senza dover subire l’ansia lavorativa della cinepresa puntata addosso.

Punti di vista.

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