Regia di Jean-Pierre Améris vedi scheda film
nulla di nuovo da dire, ma quando lo si dice con un tatto tale e soprattutto lo si fa dire da attori in stato di grazia ben venga. gli emotivi anonimi s'incontrano in un bel palazzo antico. hanno una loro stanza e si presentano e poi introducono il loro problema. questo angelique, una non più giovane cioccolataia con una tremenda e profonda timidezza e paura che gli vengano riconosciuti i suoi meriti. jean-renè più semplicemente si reca dallo psicanalista. i suoi problemi non sono da meno; odia il telefono perchè non può vedere e sapere chi c'è all'altro capo dell'apparecchio, ama le donne ma non riesce ad avvicinarle, conoscerle e amarle. il film è lontano da qualsiasi realtà problematica di una grande città come parigi. l'unico tasto che viene toccato è quello del fallimento della fabbrica di cioccolato di jean-renè e quindi della perdita del lavoro per i pochi lavoratori. è una favola su due adulti con qualche difficoltà ad adattarsi e approcciarsi al prossimo. sul come riuscire a conoscere e gestire le proprie emozioni. emozioni che possono rappresentare un handicap tale da dover essere affrontato con un gruppo di ascolto o con uno specialista a tot. euro a seduta. il tocco leggero con il quale viene affrontato un problema molto più grave di quanto si sia disposti ad accettare (e la sua brevità, bisogna dirlo)rendono questo piccolo film un piccolo gioiellino da gustarsi con rilassatezza e una pace ritrovata dopo magari una giornata di emozioni lavorative negative. superbo benoit poelvoorde con tutti i suoi movimenti di testa, le smorfiette e le sue richieste di "esercizi" allo specialista e incantevole la carrè col suo sorriso che riesce ad essere illuminante e amaro contemporaneamente.
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