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Morte a Venezia

Regia di Luchino Visconti vedi scheda film

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La recensione su Morte a Venezia

di trebby
10 stelle

Difficile parlare di questo capolavoro del cinema italiano a sua volta tratto da un capolavoro della letteratura tedesca. Morte a Venezia di Thomas Mann come Lolita di Vladimir Nabokov trattano in maniera edulcorata il triste dramma della pedofilia. Lolita parla della violenza pedofila di un uomo adulto verso una bambina di 12 anni, Morte a Venezia parla della torbida attrazione di un uomo adulto e maturo verso un giovinetto di 14 anni. Siamo all'inizio del '900 quando Gustav Ashnebach (Dirk Bogard) compositore tedesco si reca a Venezia, qui mentre sta per scoppiare un'epidemia di colera il musicista si prende una cotta per un ragazzino adolescente di nome Tadzsio (Bjorn Andresen) rampollo di una nobile famiglia polacca. Ovviamente l'amore di Gustav per Tadzsio è totalmente platonico ed idealizzato, i due non entrano mai in contatto, tranne una volta quando s'incontrano per caso e Tadzsio notate le morbose attenzioni del maturo artista le prende un pò in giro come quelle ragazze molto giovani che si prendono gioco degli spasimanti maturi. Il film è infarcito di tematiche neoclassiche romanticiste come il mito della bellezza tanto caro a Ugo Foscolo, Tadzsio infatti incarna il mito della bellezza maschile greco. Da qui possiamo arrivare a parlare di pederastia greca, nell'antica grecia infatti gli uomoni adulti avevano relazioni omosessuali con ragazzini di 15-16 anni ai quali trasmettevano valori, ideali, cultura, arte e letteratura in cambio di favori sessuali. Una pratica che noi poniamo sotto il nome di pedofilia ma che i greci ritevano una cosa di grande valore. Innegabile che il sogno proibito di Ashnebach sia essere un amante pederasta greco per Tadszio. Anche se a dire il vero non c'è una vera e propria connotazione erotica tra Gustav e Tadzsio,  l'erotismo è quasi totalmente assente, Gustav sembra più innamorato di un'ideale che di una persona. Per essere più chiari vi faccio questo esempio: molti uomini quando vedono un'opera pittorica o scultorea rappresentante una bella donna nuda sono presi più dalla propria libido che dal proprio senso estetico artistico; Gustav con Tadszio fa la cosa opposta più che essere preso da pensieri libidinosi è preso da pensieri artistici, letterari, filosofici ed estetici di sottile intelletuale raffinato che riesce a rendere artistica la squallida infatuazione di un uomo adulto per un adolescente. Un amore totalmente idealizzato e per nulla concreto. Quando noi ci innamoriamo di una persona tendiamo ad idealizzarla, perchè magari questa persona ha delle qualità umane, etiche e morali che ci piacciono o perchè riteniamo che questa persona ci dia dell'affetto, nel caso di Gustav invece l'amore non è verso la persona ma bensì verso alcuni ideali che la persona in qualche modo veicola ma non incarna. Chi idealizza una persona viene soventemente criticato in realtà per innamorarci di qualcuno dobbiamo per forza cogliere in questa persona dei pregi e dei valori non di certo dei difetti, Gustav in realtà è come quei ragazzi che stanno con una ragazza perchè sono innamorati dell'amore. Prendete due persone innamorate, uno ha idealizzato la persona amata, l'altro sembra innamorato dell'amore. Fate ad entrambi la stessa domanda: cosa vi piace di questa persona? Il primo parla per due ore buone il secondo non apre minimamente bocca; ergo Gustav è più simile al secondo che al primo. Imperativo assoluto: guai  non idealizzare la persona amata, guai innamorarsi dell'amore. Uno scrittore buontempone recentemente ha ipotizzato un finale alternativo del libro: Gustav ha un rapporto sessuale con Tadszio che una volta diventato adulto diventa un pedopornografo, io dissento totalmente da una porcheria del genere; qui il sesso non centra un tubo a mio modo di vedere.  Paradossalmente nell'antica Grecia i rapporti omosessuali tra uomini adulti non erano visti molto bene. Il film poi narrando la carriera artistica di Gustav Ashnebach entra nel filone letterario decadentista dove il musicista è un'esteta edonista al pari di Dorian Gray protagonista del celebre ritratto di Oscar Wylde e Andrea Sperelli personaggio nato dalla penna del poeta vate Gabriele D'annunzio. La tematica classica di ''amore e morte'' pervade tutto il film, si dice che il regista scelse Andresen in quanto sembrava un autentico ''angelo della morte''. Visconti in maniera molto simpatica rappresenta una Venezia ''popolare'' con gente simpatica che si esprime in dialetto, trovando pure spazio per un artista di strada napoletano, elementi ''proletari'' in una società borghese intelletuale ed un pò snob.  Per uno strano scherzo del destino circa 25 anni dopo le riprese del film a Dirk Bogarde nacque una nipotina di nome Jasmine, una volta divenuta adolescente la ragazza è diventata una celebre cantante chiamata ''Birdy'' uccellino. La ragazza nel 2013 fu ospite al festival di Sanremo ed una smaliziata giornalista italiana disse:'' Birdy è una bella ragazza di 17 anni che piacerebbe moltissimo a Nabokov''. Non so se la giornalista scrivendo queste parole abbia effettivamente pensato al film ''morte a Venezia''.

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