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The Murderer (The Yellow Sea)

Regia di Hong-jin Na vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su The Murderer (The Yellow Sea)

di AndreaVenuti
8 stelle

The Yellow Sea è un film sudcoreano del 2010, scritto e diretto dal giovane Na Hong-Jin (classe 1974); in concorso al Festival di Cannes del 2011 nella sezione Un Certain Regard.

Locandina internazionale

The Murderer (The Yellow Sea) (2010): Locandina internazionale

Dopo l'esordio folgorante nel 2008 con The Casher (successo clamoroso di pubblico e critica, in patria il regista vinse una marea di premi tra cui Miglior Regia ai Korean Film Award oppure sempre l'omonimo premio ai Grand Bell Awards), Na Hong-jin si conferma come uno dei più interessanti autori sudcoreani e non solo.

The Yellow Sea è un un thriller cupo e violento, suddiviso in 4 capitoli; l'opera inizia come un classico film drammatico con un protagoista perdente ed inerme di fronte alle difficoltà della vita per poi aumentare decisamente il ritmo nel terzo capitolo dove assisteremo ad una caccia all'uomo con un ribaltamento di ruoli continuo; mentre il capitolo centrale si focalizza sull'organizzazione (alquanto maniacale) di un omicidio, oltre alla ricerca disperata della moglie del protagonista.

L'intreccio è davvero complicato, probabilmente l'autore ha leggermente abusato delle coincidenze ma si collega ad un'usanza tipicamente hongkonghese (il nuovo cinema coreano ha ripreso alcune tradizioni del moderno cinema di Hong Kong), ossia quel destino fatale che si concretizza nel momento meno opportuno, elemento cardine delle produzioni Milkyway di Johnnie To e Wai Ka fai  e nel complesso risulta uno stilema molto apprezzato dal regista coreano.

Da un punto di vista tecnico il lavoro svolto Na Hong-jin è davvero notevole,ed è possibile capirlo già dai primi minuti quando l'autore coreano gioca molto bene con l'alternanza tra l'obliqua dal basso e dall'alto, estremamente significative, tra il protagonista (intrepretato da Ha Jung-woo, tra gli attori attualmente più apprezzati in Corea) ed un malavitoso locale; inoltre il regista opta più volte per la macchina a mano per evidenziare una tensione generale sempre crescente, infine nonostante gran parte degli avvenimenti si concentrino in una grande megalapoli come Seul, Na Hong-jin tramite il montaggio e movimenti di macchina precisi e ben calibrati crea una sensazione di soffocamento un po' alla Wong Kar wai (ovviamente con i dovuti paragoni) per enfatizzare al massimo le difficoltà del nostro anti-eore. 

Bellissimo ed amaro il finale in campo lungo in mezzo al mare.

 

Na Hong-jin inoltre non risparmia una feroce critica alle forze dell'ordine locali, rappresentate in maniera goffa e soprattutto inadeguate al ruolo (diventerà una critica costante del moderno cinema coreano); infine interessante notare come i poliziotti siano gli  unici ad utilizzare le armi da fuoco (anche se dimostrano di non esserne in grado) al contrario i gangster usano armi bianche come coltelli oppure mannaie (qui il richiamo ad Election di Johnnie To è chiaro, nonostante la trama sia completamente diversa).

Film davvero intrigante e coinvolgente; il cinema sudcoreano sta attraversando una nuova età dell'oro.

Da vedere.

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