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Womb

Regia di Benedek Fliegauf vedi scheda film

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La recensione su Womb

di alan smithee
8 stelle

Womb ("grembo") e' prima di tutto una lezione di regia che il pur non notissimo ma tosto regista ungherese Benedek Fliegauf ci fornisce con questa sua intrigante opera. Pellicola splendida in ambientazioni dalle stupefacenti inquadrature in cui nulla viene ripreso per caso e in cui la perfezione delle riprese, dei primi piani con sfondi marini desolati, polari ed artici, finisce per rendere suggestiva e valorizzare tutta una storia controversa, improbabile, quasi assurda ma in realta' mai perversa. Una vicenda che a suo modo segue una logica forse contorta, ma motivata da un senso di perdita che non lascia alcun dubbio alla intensa protagonista sulla decisione da prendere. La storia e' quella della giovane Rebecca che, tornata dall'amico d'infanzia del cuore in uno sperduto piccolo villaggio di pescatori del Mare del Nord dopo un decennio trascorso in Giappone con la madre, decide che costui, di nome Tommy, e' il solo uomo della sua vita. E quando il destino cieco e' cosi' crudele da far morire banalmente e troppo in fretta in un incidente stradale il giovane amante, la donna non esita a farsi impiantare nell'utero un clone del suo uomo, generando cosi' una perfetta copia dell'amato scomparso. Che cresce fino a replicare il giovanotto che Rebecca perse prematuramente, risuscitando nella donna, a quel punto ormai invecchiata, quel desiderio imponente e inappagato sottrattole da un destino crudele ed ingiusto.
Una corsa contro il tempo a tratti affascinante, in cui i due amanti non riescono mai a incontrarsi davvero e per il tempo desiderato e necessario in quanto distanti o perche' le eta' differenti che li hanno certamente riavvicinati, li tengono al tempo stesso lontani in una prossimita' che non puo' trasformarsi nell'amore che la donna desidera e non si rassegna a non avere; una storia che pare iniziare nel recente passato e proseguire in un futuro non lontano ma spregiudicato eticamente, pur se contestato e osteggiato da chi vanta con fierezza le sue origini  "naturali", relegando come "diversi" ed inavvicinabili quei cloni spesso inconsapevoli e comunque senza colpa. E quando anche Tommy pretendera' delle risposte, per Rebecca torneranno a materializzarsi gli incubi edipici di una scelta dettata certo da un sentimento egoistico, ma pure da un amore esclusivo e totalizzante che la donna ha inseguito per una vita e a cui non ha saputo e voluto rinunciare. L'atmosfera seducente e quasi sfrontata di una natura ostile ma mozzafiato aiuta non poco, come dicevamo, a digerire certe forzature o eccessi di una sceneggiatura comunque forte e senza complessi, segno di una personalita' autoriale che fa ben sperare e che sara' davvero un piacere seguire nel suo evolversi in nuove avventure cinematografiche da parte di un regista che a questo punto aspettiamo al varco con una certa impazienza.

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