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Cowboys & Aliens

Regia di Jon Favreau vedi scheda film

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La recensione su Cowboys & Aliens

di supadany
6 stelle

L’abbinamento tra cowboys e alieni è uno di quelli da far tremare i polsi ad ogni produzione cinematografica possibile, ed infatti gli sbandamenti in questo film non mancano affatto (e non solo per questa fantasiosa alchimia tra passato e futuro, purtroppo), ma alla fine è davvero un prodotto tanto particolare quanto autoctono, un po’ perché fuori tempo massimo e un po’ per un gusto frutto di tante decisioni prese (magari anche in maniera involontaria).

Una scelta coraggiosa, e tutt’altro che premiata per Jon Favreau che dopo l’exploit dei primi due “Iron man” avrebbe potuto dirigere qualsiasi cosa volesse, ma personalmente, pur con tutti i distinguo del caso, mi sento di ringraziarlo.

Jake Lonergan (Daniel Craig) si risveglia in mezzo al deserto senza ricordarsi più nulla del suo passato e con un bracciale metallico che non riesce a togliersi al polso.

Arriva ad Absolution, cittadina dove il magnate Dolarhyde (Harrison Ford) gestisce ogni movimento, e in un attimo si caccerà nei guai, ma proprio quando il suo destino pare ormai essere irrevocabilmente segnato accade l’imponderabile.

Un attacco alieno sconvolge il paesino e tutto cambia, quelli che erano nemici non possono che stringere un’allenza per provare a salvare se stessi e i propri cari.

L’umanità contro gli invasori, messaggio di fratellanza terrestre che è fin troppo accomodante, seppur con tutte le sfaccettature proprie del caso, alla fine siamo in un blockbuster che, per forza di cose, sceglie sempre le vie più comode (il sacrificio è sempre ben visto d queste parti).

Ma il film, ricco comunque di difetti, funziona comunque nel suo piccolo, la coppia Craig-Ford pur nella sua rigidità, regala più di un sussulto (Ford in questi contesti rievoca sempre un passato indimenticabile), la presenza di Olivia Wilde è un toccasana per tutti i palati (maschili), il connubio tra retrò (il far west) e la tecnologia (gli alieni con la loro roccaforte e le loro armi), offre soddisfazioni, per quanto le esasperazioni universali siano all’ordine del minuto (vedasi per esempio la super fratellanza con gli indiani e l’improbabile sconfitta dell’invasore).

Ma in fin dei conti è uno spettacolo di due ore abbondanti (di principio adoro i film lunghi) che viaggia a pieno regime, fiero anche delle sue manchevolezze, con musiche che rievocano tempi passati, ma non dimenticati, ed una gioia complessiva del mostrarsi ingenuamente “nudi e crudi” di fronte allo shown business di oggi che raramente perdona.

Film per molti versi rivedibile ed un po’ sconnesso, ma che allo stesso tempo riesce come pochi altri a ricapultarci nell’immaginario “Lucas arts”, peccato solo che con più attenzione poteva uscirne un signor film e che invece così ci siano troppi difetti collaterali per poterne godere appieno senza provare sensi di colpa.

Scombinato, ma genuinamente divertente. 

Su Jon Favreau

Regia molto irregolare, piena di difetti anche macroscopici, ma anche guidata con dallo spirito giusto che guarda il passato ed il presente (futuro) con genuina verve.

Su Olivia Wilde

Quando entra in scena brilla con tutta la sua bellezza.
Certo non è il ruolo che la farà passare alla storia, ma il cachet se lo è ampiamente ripagato.
A tratti folgorante.

Su Daniel Craig

Un pò monolitico, ma fisicamente ci sta eccome.
Più che sufficiente.

Su Harrison Ford

L'ho rivisto con piacere immerso in un contesto fantascientifico tra i più fantasiosi.
Certo il suo personaggio non è memorabile, ma il risultato non è malvagio.
Più che sufficiente.

Su Sam Rockwell

All'interno della sua interessante filmografia questo ruolo non brilla più di tanto e la sua carica eversiva non viene sfruttata.
Sufficiente.

Su Paul Dano

Classico trasformazione del giovane, interpretazione comunque interessante anche se presente solo per brevi frangenti.

Su Noah Ringer

Niente di particolare, ma comunque dignitoso.

Su Keith Carradine

Volto giusto per un ruolo iconografico comunque marginale.

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