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Amici, amanti e...

Regia di Ivan Reitman vedi scheda film

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La recensione su Amici, amanti e...

di M Valdemar
4 stelle

Ashton Kutcher è un indicatore di contaminazione fecale. La sua presenza, indigeribile e stentatamente, dolorosamente, espellibile, in una qualsiasi produzione (cinematografica e non), segnala, palesemente ed in maniera precisa ed ormai codificata, un film ad alto tasso d’invedibilità, d’intossicazione, d’intorpidimento mentale. Le tre I. In sostanza si è certi di assistere ad uno spettacolo orribile e insultante, in cui, con beata e beota (in)coscienza, ci si trova a praticare delle gradevolissime pratiche coprofagiche.
Naturalmente egli è, appunto, solo un (disgustoso) sintomo. Le cause vanno ricercate altrove. Il fantasma di Ivan Reitman, uno che ha saputo sapientemente sfornare (ma non negli ultimi quindici anni) commedie intelligenti e divertenti (I gemelli, Dave - Presidente per un giorno, Pericolosamente insieme, Junior, i due Ghostbusters), cammina ignominiosamente sulle membra e sulla massa cerebrale, in avanzato stato di decomposizione, del bel regista che fu. Coadiuvato da una sceneggiatura che vuole a tutti i costi essere simpatica, piacere, ammiccare, ma che in realtà risulta scialba e priva di mordente, inefficace, finanche irritante, Reitman confeziona un film dalle tematiche già sviluppate in altre centinaia di pellicole simili, senza aggiungere nulla di nuovo o spostare (nemmeno vagamente) la prospettiva in altre direzioni, meno banali e logore. Due amici, lei (Natalie Portman), una giovane dottoressa e lui (Kutcher), un assistente televisivo (in spettacoli di ragazzi danzanti, tipo Glee, che andrebbero tutti sbattuti, con biglietto di sola andata, in miniere di zolfo), decidono di dedicarsi solo a del sesso spensierato, disinvolto, senza implicazioni e paranoie amorose, niente coccole, coinvolgimenti emotivi e appuntamenti .… ma quale mai sarà la conclusione di questo geniale patto? E quello che c’è nel mezzo affatto apporta migliorie, tutt’altro, conferisce al filmetto in oggetto ulteriori componenti irrancidenti, indisponendo non poco. Non è sicuramente sufficiente qualche gag o scena azzeccata (la compilation per le mestruazioni, con Sunday Bloody Sunday …) o inserire facili elementi di rapida (e caduca) presa sul pubblico (con annesse tristi e trite battute), quali l’amico con i due padri gay, il padre famoso che si accoppia con la ex ragazza del figlio, ubriacature, droghe varie, rapporti sessuali … E, come ciliegina sulla torta, putrida, si prova un soffocante senso di rabbia misto a rassegnazione, vedere, tra gli inutili attori (?) comprimari, Kevin Kline, qui incartapecorito ed incapace di guizzi d’altri tempi. Sprecato. Spremuto.
Tirando le somme (e con la voglia di tirar calci ai creatori di questo “capolavoro”), si tratta di un film risaputo, inutile, a tratti tedioso, la cui (apparente) innocuità svela invece fatui tentativi di apparire una commedia brillante e acuta. Operazione non riuscita.
Unica nota lieta: Natalie Portman, deliziosa, davvero, possiede una bellezza ed una grazia che incantano, conquistano. Ma nemmeno lei è esente da colpe: in primo luogo, non è le prima volta che s’infila in opere di questo tipo (Qui dove batte il cuore); in secondo luogo, è pure produttrice di questo film. Comprensibilissimo che dopo Il cigno nero, abbia sentito la necessità di “alleggerirsi” (ed è in arrivo Thor), però potrebbe scegliere qualcosa degno della sua bravura.
Amici, amanti e ... aò, c’avete rotto!

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