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Che bella giornata

Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film

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La recensione su Che bella giornata

di kubritch
2 stelle

I nostri tempi sciagurati sono contraddistinti da una compulsiva ricerca della formula di successo, sbancabotteghini, bestseller. Basta dare alla gente ciò che vuole: l'illusione di essere nell'illusione di vivere nella migliore delle società possibili dove non è richiesto alcun particolare impegno morale, intellettuale, spirituale. E basta anche essere privo di scrupoli morali, moralmente vuoto. Quello che si dà in pasto alla massa è un blando passatempo rimozione di una quotidianità alientante, frustrante, spersonalizzante; un'assoluta rilassatezza cerebrale. In altri termini lo spettacolo che piace ad un tipo di spettatore incolto è quello che riflette un'immagine di sé abbellente, rassicurante, compiacente . L'inesperienza, l'imperizia, l'antipatia per la conoscenza politicamente e capitalisticamente incoraggiata fa il resto. Più l'elettore è instupidito meglio è controllabile. Per esempio, se la gente si accorgesse della bruttezza della forma artistica non accorrerebbe copiosa al richiamo di un certo cinema prodotto soprattutto in italia - si può dire di tutto della commedia americana tranne che sia tecnicamente arronzata. Gli italiani sono capaci di vantarsi anche dei loro difetti interpretandoli come manifestazioni di genuinità. Più difficile è ottenere successo offrendo al pubblico un'immagine riflessa critica o polemica dell'uomo comune che stimoli un desiderio di crescita intellettuale, spirituale. Zalone esalta tutti gli stereotipi dell'italianità, ahimè, apprezzatissimi (come dimostrano gli incassi): l'ignoranza arrogante, la goliardia idiota, la scortesia, la demenzialità politicamente corretta e li innesta in un girotondo di carinerie, sentimentalismi, vulimmese bene ecumenici , abbuffate, approssimazioni cronachistiche. Questa esaltazione dell'italianità garantisce una campagna pubblicitaria a costo zero poiché i media italiani hanno come missione quella di fare propaganda. E la propaganda pù efficace è quella che non sembra tale. L'ingrediente principale è una ingannevole dissacrazione dei costumi e delle istituzioni. Ciò che soddisfa il più elementare dei desideri di catarsi. In realtà si tratta di un umorismo gentile, più promozionale che iconoclasta come ben sanno certi politici d'alto bordo. Gentile nei confronti della cattolicità, di una moderata, pacata inclinazione al razzismo (come possiamo apprezzare con i cie e i cara). L'eroe, tale risulta dal film, è il bambinone becero, sgraziato, volgare, privo di talento, e di qualsiasi carisma come il più comune dei comuni uomini di strada fatto salvo il cuore d'oro e l'attrazione delle belle donne. E' il contrario di Fantozzi che non alimenta affatto un''immedesimazione compiaciuta nel protagonista. E' il contrario anche dell'urticante Mr Bean, che osa mettere alla berlina gli inglesismi. Purtroppo il successo di questo film vale più di qualsiasi sondaggio e i politici ne terranno conto per capire come rapportarsi proficuamente con il popolo-pubblico.

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