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Le avventure di Sammy

Regia di Ben Stassen vedi scheda film

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La recensione su Le avventure di Sammy

di supadany
6 stelle

Il cinema d’animazione è sempre più fucina di successi e popolarità, per cui anche nella sempre più arretrata Europa qualcosa si sta muovendo, tanto che dal Belgio arriva questo prodotto che non brillerà certo per originalità, ma che in fondo appare sincero nel trasmettere alcuni messaggi sullo sfondo di una storia elementare.

Sammy ha ormai cinquant’anni quando è arrivato in fondo al suo ennesimo lunghissimo viaggio e racconta la storia della sua vita dalle difficoltà iniziali (raggiungere per la prima volta il mare), arrivando all’amicizia con Rey, che vale una vita, fino a conoscere l’amore grazie a Shelly.

Ma quando si scorrazza attraverso gli oceani, tra i pericoli del mare e la presenza dell’uomo, perdere i compagni d’avventura è facile, l’importante è non perdersi mai d’animo.

 

 

Certo le dinamiche principali, rappresentate dall’amore e dall’amicizia, non sono certo un punto di forza quando vengono riprese in un meccanismo che punta, per forza di cose, sull’immediatezza dando quindi spazio soprattutto al gradimento dei più piccoli.   

Ma a leggere tra le righe, diversi messaggi vengono abbozzati, trasmettendo alcune lezioni ai più giovani e comunque stimolando l’attenzione dei più grandi altrimenti messa a serio rischio.

Così nel lungo pellegrinare di Sammy assistiamo ai disastri delle petroliere (e qundi alla fauna e flora marina messa a repentaglio), alle conseguenze della guerra nel Vietnam (umani che fuggono dalla società e poi si dedicano a fini più alti), al disboscamento, ai viaggi nello spazio, all’inquinamento ambientale ed alla caccia clandestina.

Nessuna lezione da impartire (tutti i passaggi sono piuttosto agili volutamente non approfonditi, ma comunque evidenti), ma una visione d’insieme che così viene arricchita di velature da non trascurare.

Per il resto si poteva lavorare meglio sull’umorismo (pochi personaggi adeguati al caso e solo di passaggio, come il primo pesce che vorrebbe mangiarsi Sammy o lo squalo finto cattivo solo su richiesta) e che la vicenda basilare è fin troppo favolistica (tartarughe che si ritrovano continuamente nello sconfinato mondo marino), ma questa volta in fondo vincono la tenerezza e la semplicità.

Insomma non si tratta certo di un prodotto indimenticabile, ma seppur segnato da diversi limiti, riesce a conquistare la sua ragion d’essere.

Amorevole.  

 

Ben Stassen

Esegue un lavoro sincero che nella sua semplicità, a tratti anche banalità, trasuda passione per il mezzo e il racconto.

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