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Four Lions

Regia di Christopher Morris vedi scheda film

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La recensione su Four Lions

di mm40
3 stelle

Quattro musulmani inglesi, in apparenza perfettamente integrati, decidono di diventare terroristi. Due rimangono in Inghilterra a preparare un attentato, gli altri due vanno in Pakistan a perfezionare le tecniche. Al ritorno di questi ultimi, l’azione terroristica può avere luogo.

Dopo un’intensa carriera ormai quindicennale come sceneggiatore, regista televisivo e occasionalmente attore in parti marginali, Christopher (meglio noto come Chris) Morris gira il suo primo lungometraggio cinematografico: è il 2010 e si sta parlando di Four lions, presentato come una feroce satira del terrorismo musulmano in Europa. Certo, l’argomento è forte e reca con sé implicazioni davvero pesanti, motivo per il quale Morris sostiene di essersi documentato a lungo e avere agito con i piedi di piombo; a guardare il risultato, però, si hanno più motivi per diffidare delle sue affermazioni, e allo stesso modo per ritenere seriamente minimo il rischio di offendere i musulmani. Four lions è esattamente ciò che promette il sottotitolo affibbiatogli per la distribuzione italiana (per una volta, purtroppo, azzeccato): Poco leoni, molto…; ecco, in quei puntini di sospensione c’è tutto il mancante coraggio dell’opera e la facile ironia triviale della rima mancante spiega molto dell’approssimazione e della faciloneria con cui il film è stato scritto e messo in scena. E dire che Morris ce la mette tutta per confezionare un action movie comico di discreto livello: personaggi strampalati e abuso della camera a mano, per esempio, testimoniano proprio questo tipo di intenzioni; ma a conti fatti la storia (sceneggiatura del regista, di Sam Bain e di Jesse Armstrong, con la collaborazione di Simon Blackwell) non sta in piedi e le caratterizzazioni ancor meno, per non parlare dei toni frivoli e sostanzialmente innocui su cui le vicende si reggono. Nel cast si segnala una particina (è il negoziatore, nel finale) per Benedict Cumberbatch. Saggiamente il regista attenderà nove anni prima di licenziare la sua opera seconda, The day shall come (2019). 3/10.

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