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A Letter to Elia

Regia di Martin Scorsese, Kent Jones vedi scheda film

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La recensione su A Letter to Elia

di FilmTv Rivista
6 stelle

Il piccolo grande Martin Scorsese, in piedi di fronte alla scrivania, racconta, tra immagini di repertorio e spezzoni cinematografici, il suo rapporto con Elia Kazan – i cui scritti sono letti dalla voce di Elias Koteas – e confessa allo spettatore le parole mai dette a quello che considera il suo primo maestro di cinema. Fronte del porto e La valle dell’Eden, visti da ragazzo «quando si è più ricettivi», colpiscono Scorsese al punto da fargli inseguire il film con James Dean per le sale di tutta la città, perché c’erano in quelle pellicole gesti e volti veri capaci di risvegliare sentimenti profondi. Scorsese racconta la vita di Kazan ma non cerca nella biografia la chiave della poetica, anzi, ha imparato a distinguere l’uomo dall’opera. Senza scinderli però, perché la scelta estrema di collaborare con la commissione McCarthy ha fatto di Kazan un autore migliore e la domanda, che attraversa A Letter to Elia, è proprio come si diventi e cosa sia un regista. Un’interrogazione che racconta tanto il rapporto con il cinema di Kazan quanto quello di Scorsese. La sentita epistola scritta con Kent Jones, già coautore di Lady by the Sea sulla Statua della Libertà, cerca di capire quel «cuore di immigrato» e cosa dicevano le labbra e il sorriso di Kazan parlando a (piuttosto che attraverso) i suoi stessi film.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 12 del 2011

Autore: Andrea Fornasiero

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