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Roadblock

Regia di Harold Daniels vedi scheda film

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FABIO1971

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La recensione su Roadblock

di FABIO1971
6 stelle

"Sei una persona onesta, vero?".
"E cosa c'è di male?".
"Nulla. Sono certa che i tuoi clienti hanno una fiducia cieca in te".
"Quello che voglio lo pago, tutto qui".
"Già, ma un giorno potresti desiderare qualcosa che non potrai permetterti".
"E cosa?".
"Una come me, ad esempio...".

[Joan Dixon e Charles McGraw]

Incipit folgorante, con i due detective di una compagnia di assicurazioni, Joe Peters (un ottimo Charles McGraw) e Harry Miller (Louis Jean Heydt), in azione per recuperare centomila dollari frutto di una rapina in banca. Joe viene abbordato dalla bella Diane (Joan Dixon), capricciosa femme fatale, e si innamora di lei. Non può averla, però ("Anch'io voglio te, Joe, ma non mi basta un poliziotto che guadagna 350 dollari al mese"), e decide di passare dalla parte del crimine: si rivolge al gangster Kendall Webb (Lowell Gilmore), su cui stava indagando insieme al collega Harry, e pianifica un grosso colpo. Diane, nel frattempo divenuta l'amante di Webb, scopre, però, di amare Joe e si convince a sposarlo: troppo tardi, perchè Joe, ormai invischiato nei preparativi della rapina, decide di portare comunque avanti i suoi propositi criminali... Unica incursione nei territori oscuri e senza scampo del noir del regista Harold Daniels (che in seguito si specializzerà in drammi e horror), Roadblock è un B-Movie a basso budget prodotto dalla RKO che, pur nella sua schematicità (la dark lady, la spirale di dissoluzione che travolge il detective, la redenzione impossibile), si rivela di esemplare essenzialità stilistica e drammaturgica, incorniciato nel magnifico bianco e nero del grande Nicholas Musuraca e sorretto da uno script, a cura di George Bricker e Steve Fisher e tratto da un soggetto di Richard H. Landau e del Daniel Mainwaring di Le catene della colpa (che si firma, come sua consuetudine, con lo pseudonimo di Geoffrey Homes), ottimamente congegnato: il modello di riferimento resta La fiamma del peccato di Wilder, la caratterizzazione psicologica dei personaggi eccessivamente meccanica, ma la tensione ha progressioni di genuina resa spettacolare ed il ritmo della narrazione si snoda sempre incalzante, culminando nel travolgente inseguimento conclusivo sul letto di cemento del fiume di Los Angeles (di cui si ricorderà il James Cameron di Terminator 2 - Il giorno del giudizio), preludio allo splendido e tragico finale.

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