Regia di Jay Roach vedi scheda film
Sfortunato remake Made in USA della geniale commedia francese “Le diner de cons” di Francis Veber. Inconsistente il livello di comicità e, cosa forse ancor peggiore, totalmente assente la sana cattiveria che caratterizzava il film matrice. Evitabilissimo.
Ancora una volta gli americani di Hollywood tornano a giocare a fare i francesi e ancora una volta sbattono il grugno contro un remake che definire poco fortunato è fargli un complimento. Si parte dal geniale film cult francese “La cena dei cretini” di Francis Veber, anno 1998, a sua volta ispirato all'omonima piece teatrale scritta e portata in scena dallo stesso Veber nel 1993, si arriva in una sorta di terra di nessuno della comicità dove tutto sa di già visto, sentito e assaporato. Davvero difficile comprendere i motivi che continuano a spingere i produttori d'oltreoceano a comprare i diritti di film europei perfettamente riusciti per poi riscriverli ad uso e consumo del pubblico USA facendoli interpretare da nomi ritenuti capaci di far cassetta in patria. Dico difficile perché tale 'cassetta' di rado si riempie con operazioni del genere. “A cena con un cretino” ad esempio, ha finito con l'incassare circa 80 milioni di dollari a fronte di 69 investiti per produrlo. Conti insomma che, seppur in attivo, non farebbero certo fare salti di gioia a nessun produttore/uomo d'affari. E dal punto di vista più squisitamente artistico le cose vanno ancora peggio, con una pellicola che sebbene presenti qualche (raro) momento effettivamente ilare, fa tutto un lavoro di 'imbellimento morale', ripulendo l'originale di quella sana cattiveria che ne rappresentava una delle colonne portanti. In “Le diner de cons” il cattivo di turno era infatti un riccone annoiato e parecchio stronzo che faceva lega con altri elementi del medesimo spessore morale, qui Tim (Paul Rudd) viene invece dipinto come un'altra vittima del sistema e su di lui si cerca sin dall'inizio di far convergere le simpatie (o quanto meno la benevolenza) del pubblico, lasciando ai suoi superiori e al magnate svizzero l'incomodo ruolo di cattivi DOC. Inoltre, colpa non meno grave, il film di Veber gravitava sì intorno alla cena del titolo, ma riusciva a divertire davvero senza nemmeno arrivarci a tale banchetto, questo remake firmato Jay Roach invece non solo alla cena è costretto (dalla mancanza d'inventiva) ad arrivarci, ma è anzi proprio qui che gioca la gran parte delle proprie fiches, con gags però di tipo prettamente slapstick che davvero poco hanno a che spartire col film di partenza. Una curiosità: nell'ultimissima scena, il topino impagliato tiene in mano una bottiglia di champagne Veber, chiaro omaggio al regista francese.
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