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The Twilight Saga: Eclipse

Regia di David Slade vedi scheda film

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La recensione su The Twilight Saga: Eclipse

di nickoftime
6 stelle

Appuntamento imprescindibile per la gioventù globalizzata ed oggetto di divisione sulle pagine dei giornali specializzati, le avventure di Bella e dei suoi due cavalieri continuano ad essere materia di discussione:  sarà per la sindrome di un presenzialismo sempre più dilagante, oppure per la curiosità suscitata da un simile baccano, fatto sta che anche questa volta a guadagnarci è la macchina produttiva messa in piedi per portare sullo schermo i romanzi di Stephenie Meyer, altrimenti destinati ad una popolarità su scala ridotta e priva di quella mitizzazione di cui solo il cinema è capace. E se è vero che il successo assicura la giustezza della formula, non bisogna stupirsi rispetto ad un film come “Eclipse” che fa di tutto per assomigliare al precedente,  a cominciare dal regista, diverso e perciò uguale, se è vero il motto “cambiare tutto per non cambiare nulla”, ad una sceneggiatura ciclostilata, in cui la tensione erotica tra le parti viene sublimata e soprattutto non consumata con una scansione temporale cronometrica ed attraverso la costruzioni di arazzi cavallereschi ricchi di proclami e frasi senza ritorno, e con scene di battaglia  debitrici degli omologhi poemi medievali popolate di fanciulle da salvare e paladini senza paura, pronti a sacrificarsi per la bellezza di quel gesto. Insomma situazioni e temi sempiterni riproposti senza differenze ad un popolazione giovanile desiderosa di crearsi nuovo spazi identificativi, di emanciparsi da tutti quei “cattivi maestri” che a torto o a ragione ne hanno limitato la libertà espressiva e di azione (nella scena finale Bella diventà l’incarnazione stessa di una diversità felicemente espressa). Un mondo post moderno, dove l’idea di famiglia-allargata o meno non fa differenza, di amicizia-in particolare quella paventata ma non ancora formalizzata tra Vampiri e Licantropi, nemici secolari e qui coalizzati contro il nemico comune- e di amore- ancora una volta in odore di scandalo per un affettività più volte tentata di uscire dal recinto della assoluta monogamia- si mischiano con quella di Verginità, tornata ad essere, almeno sullo schermo, l’avamposto  di fronte al quale anche gli slanci più coraggiosi ed incauti sono costretti ad arrestarsi ed a fare i conti. Affidato alla regia di un tipo a proprio agio con le moderne forme del neo vampirismo, e come sempre caratterizzato dalla gestualità fisica ed espressiva dei suoi protagonisti, “Eclipse” è un Erma bifronte, working progress di un unico già scritto ma non ancora filmato, oggetto di merchandising noioso e ripetitivo per i suoi detrattori, affascinante e sempre nuovo per tutti coloro che sono o si ricordano di essere stati giovani. Intanto è confermata la notizia di un episodio conclusivo diviso in due parti: la discussione è solo all’inizio.

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